Mercati

Supporti e resistenze dell’euro nel giorno della Fed

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Legnano – Dopo l’inizio di settimana interdittorio, soprattutto per l’instabilità politica italiana, abbiamo assistito anche ieri ad una giornata di ottimismo sui mercati che, contro tutti i fondamentali e il quadro economico generale, continuano a ben performare.

Ne è l’emblema il cambio eurodollaro che spinto anche dall’ottimo dato dell’Opinione Economica Tedesca dello ZEW del mattino è riuscito a toccare nuovamente quota 1,30 e a rimanere sostenuto durante il pomeriggio grazie soprattutto all’azionario USA che ha spinto ulteriormente i già positivi listini europei e il rischio in generale, premiando le valute a maggiore rendimento alcune delle quali su punti tecnici di breakout rialzista.

Ma questo lo analizzeremo nella consueta parte tecnica. Oggi l’attenzione sarà tutta focalizzata sull’ultimo meeting del 2013 del Federal Open Market Committee (il Comitato Monetario) della Fed delle ore 20.15 (italiane), successivo alla decisione dei tassi di interesse che presumibilmente resteranno invariati.

Sul piatto innanzitutto vi è la cosiddetta operazione “Twist”, quella cioè che ha consentito di rimpiazzare i titoli del Tesoro americano con bond emessi dalla Fed; in buona sostanza, come ricorderete, ciò era stato possibile grazie alla vendita di titoli a breve e l’acquisto di titoli a lunga scadenza al fine di ridurre i tassi a lungo termine cruciali per finanziare gli investimenti e mobilitare così il credito a vantaggio delle piccole e medie imprese e agevolare la sottoscrizione di emissioni obbligazionarie private.

L’operazione ha coinvolto titoli per un controvalore di circa 700 miliardi di dollari e si concluderà a fine anno. Uno dei nodi cruciali di questa sera sarà proprio capire se la Fed confermerà il termine della stessa o invece ne prolungherà la durata. I dati provenienti dall’economia a stelle e strisce sono infatti in lieve e costante miglioramento, ma sono tuttora deboli e ciò potrebbe indurre Bernanke a confermare pienamente quello che in pratica è il Quantitative Easing 3 che prevede acquisti mensili per 40 miliardi di titoli legati al mercato ipotecario.

Per entrare brevemente nella tecnicalità, la Fed acquisterebbe Treasuries con scadenze superiori ai sei anni per circa 40 miliardi al mese che andranno ad appesantire il già pesantissimo bilancio della Banca Centrale Americana arrivato a 2800 miliardi di dollari dall’inizio del varo delle misure di allentamento monetario.

Ci si attendono anche parole sull’ormai famigerato “fiscal cliff” che resta però, e Bernanke lo ha già affermato, una questione politica su cui le due parti opposte dovranno trovare un accordo. E’ proprio notizia di ieri un ulteriore incontro tra il Presidente Obama e lo speaker repubblicano della Camera Boehner che ha portato però a un nulla di fatto sulla proposta da parte della Casa Bianca di un piano per 1,4 trilioni di dollari di nuove tasse.

E’ evidente comunque come sia ancora questo il market mover dominante in grado di spostare gli equilibri di questo fine 2013 e possibili indicazioni che arriveranno da Bernanke potranno risultare decisive nel determinare la percezione degli investitori circa il prossimo futuro e da questo dipenderà la prosecuzione del sentimento positivo presente sul mercato o invece i timori in grado di generare risk off generalizzato.

EurUsd

Dopo lo storno della settimana scorsa arrestatosi sul secondo dei ritracciamenti di Fibonacci tracciati dai minimi di metà novembre ai massimi sopra 1,31, e la partenza in leggero gap, l’eurodollaro è stato molto tecnico ed è stato in grado di violare la resistenza a 1,2950 e ritoccare la soglia di 1,30. Proprio su questo, durante la notte, abbiamo assistito ad una fase congestiva in grado di essere interrotta sull’inizio delle contrattazioni europee delimitata appunto da 1,30 (transito della media a 21 periodi sul grafico orario) e 1,3015. Quella che perciò poteva apparire una flag ribassista (ben visibile sul 4 ore) è stata negata a favore di quelli che sono possibili approdi sull’importante livello di 1,3040 prima e 1,3075 poi. Solo ritorni a 1,2950 ci farebbero rientrare in una view ribassista.

UsdJpy

Ancora molto delicato il livello di prezzo del cambio che non accenna ad invertire sulla formazione di un triplo massimo sul preciso livello di resistenza posta a 82.85. Quest’ultimo resta il livello discriminante, in grado di generare importanti breakoput rialzisti con target in area 85. La tenuta del livello potrebbe invece dare sfogo definitivo al ribasso, con ottime possibilità di operazioni di vendita con ottimo Risk/Reward e primo target a 81,70.

EurJpy

Appare sempre più azzardata la visione ribassista sul cambio che pure è ben avvalorata dalla divergenza ribassista sul grafico daily e dal possibile testa e spalle bearish con possibili segnali di ingresso short a livello di 106,20. Permane tuttavia la grande debolezza dello yen, in grado di spingere il cambio verso i massimi relativi presenti in area 108. Cruciale perciò diventa la tenuta dello stesso, che ci pone davanti a una possibilità di operazione in stop&reverse su possibili ingressi corti su cui girarsi in caso di rottura rialzista con obiettivi a 110.

GbpUsd

Ovviemante sostenuto il cable, molto preciso ieri nella rottura della candela outside sul 4 ore di ieri mattina, candela che dapprima ha dato vita ad una fase congestiva per poi essere violata al rialzo con target che tuttavia non sono stati raggiunti a livello di 1,6140. Presente ora sul grafico orario una divergenza ribassista che, su violazione della media a 21 a 1,6110 potrebbe ricondurci in area 1,6075.

AudUsd

Di enorme interesse è il livello di resistenza fondamentale a 1,0520 per il passaggio di una bearish trendline di lungo corso e lato superiore del triangolo ben visibile su daily e weekly.Il prezzo è stato per ora interessato da potenziali breakout rialzista, che in caco di superamento del livello statico a 1,0540 potrebbe farci rivedere i massimi in area 1,06. Probabili invece i ritracciamenti in area 1,0485, livello di supporto prima dell’area delimitata da 1,0440.

XauUsd

Dopo le vendite delle ultime due settimane, l’oro si è dimostrato ben solido e non ha approfondito con forza sotto 1700, mostrando qualche segnale di ripresa svilito però dall’inizio di una congestione che potrebbe essere propedeutica a possibili incrementi di volatilità in grado di spingere il prezzo al superaramento della forte area di resistenza attorno a 1715 per approdi a 1730. Sotto 1700 dovremmo invece pensare ai minimi in area 1685.

UsOil

Ancora pesante il quadro tecnico del petrolio che dopo i rialzi fino a 90 dollari, ha messo a segno massimi decrescenti ben congiunti dalla bearihs trendline. Sussiste ancora la divergenza con l’oscillatore stocastico visibile sul 4 ore per test sulla media a 21 periodi a 86,20. La tenuta di questo livello potrebbe condurre ai minimi verso 84,10 nell’ambito di quello che resta un quadro di lungo termine orientato al ribasso.

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