Economia

Super-procura che indaghi sulle banche: la proposta del Csm

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ROMA (WSI) – Le crisi bancarie degli ultimi anni, da Mps alle quattro banche finite in risoluzione, Banca Etruria, CariFerrara, CariChieti e Banca Marche fino ai due istituti veneti, hanno minato il rapporto di fiducia con i cittadini. Ed è per ripristinarlo che il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini suggerisce l’istituzione di una super procura che indaghi proprio sulle banche.

Nel corso di un’intervista a La Stampa, Legnini espone la sua proposta:

“Occorre ripristinare un elevato grado di fiducia dei cittadini e ciò si potrà verificare soprattutto con un quadro di regole più chiare ed efficaci. La tutela del risparmio è inderogabile e su tale obiettivo, come su altri fondamentali principi, serve il massimo della coesione istituzionale (…) Le procure devono recuperare autorevolezza, i cittadini non devono avere l’impressione che il pm persegua finalità improprie o interpreti la sua funzione al di fuori delle regole anche organizzative (…) A fronte dei problemi che si sono manifestati, accertare le responsabilità individuali è doveroso come lo è garantire gli indennizzi”.

Una super procura con magistrati dedicati e pool di investigatori specializzati secondo il modello delle Direzioni Antimafia introdotte da Falcone all’inizio degli Anni 90.

“In questa come per gran parte dei reati riconducibili alla categoria della criminalità economica e finanziaria, sarebbe ragionevole concentrare le competenze nelle Procure distrettuali, sul modello delle attività di contrasto alla criminalità organizzata”.

Una proposta che ha ricevuto il plauso di Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, che sempre a La Stampa afferma:

“Sì (ndr: sono d’accordo con Legnini). Durante i lavori della commissione di inchiesta è emerso che la Banca d’Italia ha fatto molte e tempestive segnalazioni all’Autorità giudiziaria. In alcuni casi i procedimenti sono stati rapidi, in altri casi meno”.

Sulle stesse frequenze anche il discorso del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, secondo il quale “servono pubblici ministeri specializzati”.