Economia

STUDI DI SETTORE, PROTESTA DEI COMMERCIALISTI

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(9Colonne) – Roma, 20 giu – “Fuori dalla realtà” è il titolo di un documento sugli studi di settore approvato dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti. Nel documento il Consiglio “rileva con rammarico come l’invito rivolto ai propri iscritti di astenersi dal fornire, nei tempi ordinari, i dati relativi agli studi di settore sia stato considerato da parte dell’Agenzia delle Entrate come un invito a violare la legge”. “Nulla di più errato – sottolineano –. Quei dati non rilevano per determinare l’imposta da pagare ma sono richiesti ai soli fini del ‘monitoraggio’ degli studi di settore e quindi nessuna legge, tantomeno di ordine pubblico, viene violata”. I commercialisti ricordano poi che “la lotta all’evasione, giusta e senz’altro da condividere, non può essere condotta con mezzi attuati in dispregio dei principi di civiltà giuridica e fiscale. Per questo il Consiglio si attende risposte concrete. Gli studi di settore debbono essere restituiti alla loro funzione di orientamento alla selezione delle posizioni da verificare con controlli adeguati. Non possono essere strumenti automatici (o quasi) di accertamento. E comunque i professionisti ne contestano l’applicazione nei loro confronti: il cervello non può essere catastizzato”. Il documento precisa poi che “l’esecutivo ha violato i diritti fondamentali concessi dallo statuto dei contribuenti, adottando misure retroattive e modificando unilateralmente i presupposti per l’applicazione degli studi di settore mediante l’introduzione degli indicatori di normalità economica determinati senza alcuna consultazione delle categorie e saltando quel tavolo tecnico, prima pomposamente istituito e poi reso assolutamente vuoto ed inutile”.