(9Colonne) Roma, 2 ago – L’assedio del caldo e la siccità sempre più acuta stanno mettendo a dura prova le vacche da latte. In alcune aree del Paese, la sopravvivenza degli animali nelle stalle viene garantita con misure di soccorso e la produzione di latte fa segnalare un calo di anche del 10 per cento. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che, se non pioverà nei prossimi giorni, andrà in fumo il lavoro di molti allevamenti. Nelle Marche, in Provincia di Pesaro, è stato deciso l’invio di autobotti per rifornire gli allevamenti in difficoltà, ma anche una deroga all’utilizzo dell’acqua dei fiumi per le colture di pregio. “La disponibilità delle autobotti – sottolinea la Coldiretti – rappresenta un segnale di vitale importanza per tutte quelle imprese che hanno oggi le stalle senz’acqua per abbeverare gli animali, senza dimenticare le difficoltà a reperire il foraggio, bruciato dalla carenza di risorse idriche”. Ma anche dove la situazione non è così drammatica, il caldo persistente ha provocato un calo delle produzioni. Per gli animali da latte la temperatura ideale è fra i 22 e i 24 gradi, quando invece arriva l’afa e il termometro schizza verso l’alto, mangiano poco, si muovono il meno possibile, continuano a bere e aumenta il rischio di problemi sia all’apparato mammario sia alle zampe, con possibilità di ulcere e azzoppamenti. Per rallentare l’avanzata del caldo, le stalle vengono costruite orientate a nord, coibentate e dotate di ventilatori che nebulizzano acqua fresca e che sono stati attivati proprio in questi giorni. Ma quando all’esterno si superano i 30 gradi diventa problematico garantire un ambiente ideale alle mucche e allora si assiste a preoccupanti cali di produzione di latte rispetto agli oltre 30 litri al giorno che vengono prodotti in periodi normali.
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