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SocGen: mercati, questi cigni neri sono la minaccia più potente

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ROMA (WSI) – Coniato dallo scrittore Nassim Nicholas Taleb nel suo bestseller del 2010, il cosiddetto “black swan”, o “cigno nero”, è un evento per definizione altamente improbabile ma che, nel caso in cui si verificasse, avrebbe gravi conseguenze.

Gli economisti di Société Générale, nel loro ultimo report ‘Global Economic Outlook’, hanno fatto riferimento a quelli che sono, a loro avviso, i cigni neri che minacciano i mercati.

Tra questi, un “hard landing”, ovvero “atterraggio duro” dell’economia cinese, e la possibilità che nel Regno Unito venga indetto un referendum sulla convenienza o meno di rimanere nell’Unione europea.

“Secondo la nostra view, uno scenario di hard landing è quello in cui il tasso di crescita reale del Pil (cinese), ufficiale e su base annua, crollerebbe al di sotto del 5% nel 2015. Un qualsiasi tasso inferiore al 5% potrebbe gravemente destabilizzare il mercato del lavoro e aumentare il rischio finanziario a livello sistemico”, ha scritto l’economista Wei Yao, nell’analisi. E per gli analisti di SocGen la probabilità di un hard landing in Cina non è neanche tanto bassa, dal momento che è pari al 30%.

Il team di economisti della banca francese teme anche il cosiddetto scenario Brexit, ovvero la possibilità che il Regno Unito decida di dire addio all’Ue.
“Un grave rischio (del 25%) è che i Conservatori vincano (alle elezioni) e vincano talmente bene da formare un governo capace di indire un referendum sull’opzione Brexit, così come è stato promesso, entro la fine del 2017”, ha fatto notare l’economista di SocGen, Brian Hilliard.

Société Générale è andata anche oltre, elencando sei eventi che potrebbero avere una probabilità più alta di verificarsi, rispetto a quella dei cigni neri, e che potrebbero condizionare i mercati, nel breve termine.

– L’impatto dei prezzi del petrolio, dei tassi di interesse e dei rapporti di cambio sull’economia è inferiore rispetto al passato, ma ancora certo.

– La creazione di posti di lavoro e il miglioramento dei salari (in Usa) si tradurrà in un aumento del reddito delle famiglie, mentre l’impatto negativo proveniente dai prezzi più bassi del petrolio non si farà sentire.

– La Federal Reserve alzerà i tassi di interesse a giugno e gli acquisti di asset in Eurozona da parte della Bce continueranno anche dopo il mese di settembre del 2016.

– Ci sarà una lenta e graduale uscita dal contesto di tassi sui bond “eccezionalmente bassi”.

– I mercati emergenti potrebbero soffrire nel momento in cui la Fed alzerà i tassi ma ci sono anche fattori che smorzeranno gli effetti. “La parte dark dei debiti in dollari è più grigio chiaro che nera”.

– L’Eurozona è in ripresa. “In assenza di rischi esogeni, sembra esserci poco nell’area domestica dell’Eurozona che possa scatenare nel 2015 una nuova forte crisi”. (Lna)