(9Colonne) – Palermo, 18 giu – “L’uomo povero ha i giorni lunghi”. Nel 1881 Giovanni Verga metteva queste parole sulla bocca di padron ‘Ntoni, ne “I Malavoglia”. La Sicilia di quegli anni era quella post-unitaria, quella impoverita dal brigantaggio, dal servizio militare che toglieva braccia alle famiglie e dalle tasse del nuovo Stato. Per molti siciliani allora le giornate erano lunghe, lunghissime. Di quella lunghezza che ti spinge a rimboccarti le maniche e a cercare altrove la fortuna. Di quella lunghezza che, oltre due secoli dopo, è andata a diluire il tempo e la speranza di altre terre. Lunghe e interminabili ore come possono essere quelle trascorse su un malandato barcone mentre ci si lascia alle spalle casa e famiglia in cerca di chissà cosa. I 14 clandestini risucchiati ieri dalle acque mediterranee, 65 miglia a sud di Lampedusa, non sapranno mai cosa avrebbero potuto trovare. Tre di loro, forse, non avranno nemmeno una terra che li accoglierà. Gli altri undici, i cui corpi sono stati restituiti dal mare, sono arrivati a Porto Empedocle, per essere poi sepolti nel cimitero di Favara. L’acqua che dà la vita, sa anche toglierla. Sembrano andare sempre più così le cose da queste parti. E che l’acqua tolga la vita, perciò, diventa paradossalmente normale come una vita che rinasce da un terremoto. La vita è quella della cattedrale di Noto, distrutta undici fa dal tremare della terra. Dopo sette anni di minuziosi restauri, il gioiello barocco è stato nuovamente battezzato, con tanto di inaugurazione in pompa magna e di sorrisi soddisfatti delle autorità. Ma, si diceva, di contrasti vive la Sicilia. Così sul lieto ritorno alla vita della cattedrale piove il rumore della contestazione, dei fischi rivolti al premier Prodi e a governatore Cuffaro. L’uno di sinistra, l’altro, per contrasto, di destra. E fa quasi sorridere che una protesta così “popolare” arrivi da Augusta e dai suoi cittadini che, nel giorno i cui si celebra la resurrezione di un capolavoro dalle ceneri, protestano contro gli inceneritori. Ma questo è solo un altro contrasto.
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