È ufficiale: l’economia tedesca è entrata in fase di stagnazione. La conferma è arrivata oggi con la diffusione della lettura finale del Pil dell’ultimo trimestre del 2018, periodo durante il quale la crescita è stata pari a zero. Vengono così ribadite le stime preliminari mentre si allunga un’ombra sulla tenuta della prima economia della zona euro.
Anche su base annua, l’economia tedesca ha messo il freno a mano, rallentando allo 0,9% dall’1,1% del terzo trimestre e dal +2,3% del secondo.
L’Ufficio statistico federale tedesco (Destatis) ha inoltre confermato, su base trimestrale la contrazione dello 0,2% registrata tra luglio e settembre dopo la crescita dello 0,5% e dello 0,4% riportata nei due trimestri precedenti (rispettivamente il secondo ed il primo).
“Complessivamente la crescita del Pil 2019 è stata dello 0,9% (non destagionalizzato)” ha commentato Carsten Brzeski, capo economista di ING, aggiungendo che “le componenti di crescita mostrano in realtà un’economia che funziona in quasi tutti i settori. I consumi privati sono cresciuti del 0,2% su base trimestrale, la spesa pubblica è salita del 1,6%. In aumento anche gli investimenti, che hanno segnato un rialzo dello 0,9%. Poiché – ha continuato – nessuna delle componenti tradizionali della crescita è negativa, sorge la domanda perché l’economia è ancora sull’orlo di una recessione? La risposta è chiara: il settore automobilistico sta ancora bloccando la strada a un rimbalzo”.
Nulla di buono arriva guardando al futuro. Oggi, l’indice tedesco Ifo, che misura la fiducia delle imprese tedesche, ha segnato un calo a febbraio a 98,5 al di sotto delle stime degli analisti che indicavano quota 99.