Economia

Se vertice Ue delude, sancira’ la fine del mandato di Monti

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New York – Se ancora una volta i leader europei tradiranno le aspettative e Monti tornera’ a casa con un pugno di mosche in mano, l’Italia rischia di sprofondare in una crisi politica senza ritorno.

Chiunque abbia ascoltato due giorni fa l’intervento del premier in aula, con il quale ha chiesto il sostegno del parlamento alla vigilia del vertice decisivo di Bruxelles, avra’ percepito la gravita’ della situazione e gli innumerevoli ostacoli che si presentano nella strada che porta all’uscita dalla crisi del debito sovrano.

Monti ha avvisato che se il summit del 28-29 giugno non partorisce una soluzione coordinata per attenuare le pressioni sull’Italia, allora si rischia una profonda crisi politica. Un evento di questo calibro – secondo gli analisti di Citigroup – “spingerebbe le forze politiche a lui alleate a rinunciare all’integrazione europea e lasciare che questo o quel paese vadano al diavolo”.

Anche Monti ne e’ consapevole: sarebbe un disastro, “non solo per l’Italia, bensi’ per tutta l’Unione Europea”, come ha detto testualmente il premier secondo quanto riportato dall’agenzia stampa AP.

Il primo ministro cerchera’ di ottenere uno scudo anti-spread per i paesi indebitati in difficolta’ e sotto l’attacco dei mercati, offrendo a Merkel in cambio la Tobin Tax, su cui Spagna e Francia hanno gia’ dato il loro placet.

“E’ un problema piu’ generale, non riguarda solo la Germania come convincimento e solo l’Italia come utilizzatore” – ha detto ieri Monti ai giornalisti. “Si tratta di perfezionare i meccanismi di mercato. I mercati purtroppo hanno dormito per troppo tempo e poi si sono svegliati e hanno fatto avere incubi notturni ai risparmiatori”.

Il professore dell’Universita’ della Bocconi si dimentica un passaggio importante, ovvero precisare che i mercati non sono un’entita’ metafisica. Sono rappresentati – come ha spiegato bene Pietro Ichino del PD in un recente articolo sul suo blog – sopratutto da grandi fondi di investimento e istituzionali, piu’ ancora che da speculatori sciacalli e fondi hedge. Che hanno una cosa in comune: non si fidano piu’ del debito italiano. Persino la virtuosa Germania ritiene esagerato il panico sui mercati nei confronti della qualita’ del credito di Madrid e Roma. Che fortunatamente sin qui sono riuscite a finanziarsi sul primario. Anche se a carissimo costo.

Spagna, Francia e Italia si presentano al summit di Bruxelles con il chiaro obiettivo politico di raggiungere un accordo per riuscire a tenere a freno gli spread usando le risorse del fondo di solidarieta’. Ma la Cancelliera Angela Merkel ha gia’ fatto sapere che il debito non verra’ mai condiviso, almeno non fino a quando lei vivra’.

Se tra oggi e venerdi’ le autorita’ europee non offriranno una risposta politica concreta che consentira’ di ridurre i tassi di interesse sul debito italiano (i decennali rendono piu’ del 6%), si genererebbe una “crisi che portera’ alla fine del mandato di Monti”, secondo la banca americana.

La priorita’ per Hollande e Monti e’ stringere un’intesa concreta per un’Europa piu’ forte, ovvero raggiungere gradualmente un’unione bancaria, politica, economica e fiscale: Draghi, Van Rompuy, Barroso hanno gia’ stilato una roadmap precisa. Per Germania, Finlandia, Austria, pero’, non bisognerebbe esagerare con la solidarieta’ tra gli stati membri.

Il braccio di ferro europeo coincide con un incremento delle tensioni politiche in Italia: il PdL non ha firmato la mozione a sostegno del governo e sta ricostruendo in silenzio un’alleanza con la Lega Nord, rinsaldata dall’intesa sul Senato Federale.

Il segretario del partito Angelino Alfano ha gia’ detto no ad altre mozioni di fiducia. Insomma, il voto anticipato a ottobre resta sul tavolo. Senza l’appoggio del partito che vanta tuttora la maggioranza dei seggi in parlamento, le riforme del governo Monti rischiano seriamente di saltare. E il suo mandato sembra sempre piu’ vicino al capolinea.

Per contattare l’autore: Twitter @neroarcobaleno; daniele@wallstreetitalia.com