Economia

Schroders taglia stime Pil eurozona, delinea scenario crisi per italia

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Diventano più grigie le prospettive di crescita 2018 per l’Eurozona con il Pil che non andrà oltre il 2%. Sono le previsioni degli analisti di Schroders che, per la seconda volta da gennaio, hanno rivisto al ribasso il dato dal 2,4%.

“Si tratta del nostro secondo downgrade consecutivo, riconducibile principalmente alle attese di un’intensificazione delle guerre commerciali e al conseguente impatto sulla performance esterna dell’Eurozona. Il 2019 dovrebbe seguire una traiettoria simile: la domanda domestica dovrebbe tenere bene, ma le continue tensioni commerciali freneranno quella esterna, motivo per cui abbiamo rivisto al ribasso le nostre previsioni dal 2,1% all’1,7%” ha scritto in una nota Azad Zangana, Senior European Economist and Strategist di Schroders.

I primi segnali di debolezza si sono manifestati nel secondo trimestre:

“L’Eurozona non è riuscita a mettere a segno un rimbalzo della crescita e e si trova ora in una posizione difficile, aggravata dal fatto che, a nostro avviso, la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina è destinata a rivelarsi più grave e duratura del previsto. L’economia europea è orientata verso il commercio estero più di altre economie avanzate, il che significa che potrebbe trovarsi sotto pressione, se il commercio globale dovesse indebolirsi ulteriormente”

Per l’esperta, sebbene il Pil di alcuni degli Stati membri più grandi sia salito, la crescita debole in Italia e Francia ha pesato sul dato complessivo e anche Austria e Spagna hanno registrato dei rallentamenti.

In Germania la lettura è migliorata rispetto ai primi tre mesi dell’anno, ma i nuovi ordini industriali sono diminuiti, segnalando prospettive poco rosee per il contributo delle esportazioni nette alla crescita del Pil.

Un capitolo a parte è dedicato all’Italia.

“il Governo italiano formulerà una proposta di legge di bilancio nei prossimi mesi, che sembrerebbe orientata verso un ridotto pacchetto di stimoli fiscali. Tuttavia, esiste il rischio che il Governo populista intraprenda una battaglia contro la Commissione Europea. Questa seconda eventualità potrebbe innescare quello che abbiamo ipotizzato come lo “Scenario di una crisi del debito italiano”. Questo esercizio teorico prevede un drastico aumento dei rendimenti dei Titoli di Stato dell’Italia, con il conseguente allargamento dello spread e il deprezzamento dell’euro. Anche la crescita dell’Eurozona verrebbe danneggiata seriamente in questo scenario. Una situazione simile potrebbe essere risolta solo con il ripristino da parte della BCE del QE e l’insediamento di un Primo Ministro tecnico.

Detto questo, lo scenario di base di Schroders prevede che la BCE prosegua lungo il percorso annunciato e termini il QE alla fine di quest’anno, mantenendo i tassi invariati fino all’estate 2019.