Economia

Scandalo banche Ue: +100% stipendi degli investment bankers

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Roma – Ecco la lista di alcune delle banche europee che hanno annunciato più di 70.000 tagli alla forza lavoro dalla metà dell’anno, più dei 42.000 licenziamenti annunciati dalle “colleghe” americane. Troviamo nomi altisonanti, come quelli di Ubs, Barclays, HSBC, Royal Bank of Scotland e Credit Suisse Group.

Fin qui, vista la crisi in atto che sta colpendo il sistema finanziario globale, la notizia ha un suo senso. Quanto invece appare incomprensibile, se non scandaloso, è che queste stesse banche hanno aumentato nel frattempo gli stipendi base degli investment bankers fino al 100%.

Tale decisione, scrive Bloomberg, ha fatto seguito alle imposizioni dalle autorità di tagliare i bonus sulla scia della crisi del credito, e viene considerata irreversibile, anche se le condizioni dovessero peggiorare. Almeno è questo, quanto affermano gli avvocati e i consulenti delle suddette banche.

“Assolutamente, l’ultima cosa che le banche vogliono fare è ridurre gli stipendi attuali, a meno che non possano avvelersi di un diritto stabilito su base contrattuale – ha riferito Jason Butwick, avvocato presso la società legale londinese di Dechert LLP – I rischi legali, commerciali, di reputazione e logistici (relativi al taglio di quegli stipendi), sono enormi”.

In un momento in cui si parla della necessità delle banche di maggior capitale, e in un momento in cui gli stessi istituti bloccano il mercato interbancario preferendo depositare i soldi presso la Bce invece che prestarseli l’un l’altro, Barclays Capital afferma che i costi per i compensi, misurati come percentuale degli utili netti delle 20 principali banche di investimento, aumenteranno nel 2011 fino al 65%, contro il 55% del 2009. E l’incidenza potrebbe essere, secondo Nomura, più dell’80% per le divisioni di investment banking di UBS e Credit Suisse.

Questo mentre – sempre secondo quanto riportato dagli analisti di Barclays – il giro d’affari combinato relativo alle 20 principali banche di investimento su base globali, è sceso dell’8% nel primo semestre dell’anno, dopo essere calato del 23% nello stesso periodo dello scorso anno.