NEW YORK (WSI) – Le quotazioni del petrolio scambiato al Nymex Usa sono scivolate sotto i 32 dollari al barile dopo le dichiarazioni di un ministro saudita, che lasciano intendere come il paese non abbia alcuna intenzione di fare grandi sforzi per allentare le pressioni al ribasso sui prezzi. I futures sul Wti hanno così bruciato tutti i guadagni di giornata.
Il ministro del Petrolio saudita Naimi ha avvisato il mondo intero che il suo paese ricco di risorse petrolifere “può convivere con un petrolio a quota 20 dollari al barile” e che la produzione non verrà congelata da tutti (l’Iran ha già detto no) ma solo da “chi conta“.
Ieri Teheran, che vuole riguadagnare quote di mercato per recuperare il tempo perso dopo essere stato escluso per anni dai mercati a causa delle sanzioni economiche internazionali, ha detto che la proposta di congelare la produzione fa ridere: “è ridicola“.
I sauditi, inoltre, non taglieranno i livelli di produzione, sempre secondo quanto riferito da Naimi. Molti analisti avevano speculato sul fatto che un congelamento coordinato dell’offerta di barili, da parte di paesi membri dell’Opec e non, avrebbe escluso la possibilità di un taglio dei livelli di produzione.
Il petrolio ha perso l’80% circa del suo valore da giugno 2014 per colpa di un’offerta in eccesso e di una serie di aggressive speculazioni al ribasso. L’intento dei sauditi è quello di colpire le aziende americane attive nel petrolio di scisto. Anche le imprese e lo Stato russi sono stati molto penalizzati dal calo del prezzo del greggio.
