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Rumors su coprifuoco dalle 22, Ricciardi: “Chiusure nelle regioni con Rt superiore a 1”

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Rumors su coprifuoco dalle 22, Ricciardi: “Chiusure nelle regioni con Rt superiore a 1”

Le attività che per ultime avevano riaperto i battenti dopo la Fase 1 dell’emergenza coronavirus potrebbero essere le prime a restare vittima di un nuovo lockdown. Per il momento la prospettiva in esame presso il ministero della Salute è quella di ridurre le attività a rischio su base regionale, in accordo con i presidenti delle giunte.

A farne le spese sarebbero, in primis, cinema e teatri, palestre, parrucchieri, barbieri e centri estetici.
E fra i possibili provvedimenti che il dicastero di Roberto Speranza starebbe valutando c’è anche il coprifuoco dalle 22, già adottato in vari altri Paesi europei e che potrebbe dare il colpo di grazia alla movida notturna.

Coprifuoco, da monitorare l’andamento dell’indice Rt

Secondo il consigliere del ministro della salute per l’emergenza Covid, Walter Ricciardi, si dovrebbe procedere alle chiusure “nelle zone dove l’indice di contagio è superiore a 1”.
Quest’ultime “dovranno riguardare punti di aggregazione come circoli, palestre, ed esercizi commerciali non essenziali… mentre lo smart working dovrebbe diventare la forma ordinaria di lavoro in tutto il Paese”.
Secondo Ricciardi il “punto cruciale è”, in definitiva, “la sicurezza nei mezzi di trasporto pubblico e il loro rafforzamento”.

E’ importante notare come, da quanto risulta dall’ultima analisi dell’Istituto superiore di sanità, appena due regioni possano vantare un indice di contagio Rt inferiore a 1: ciò proietterebbe sotto il rischio di potenziali lockdown quasi tutto il territorio nazionale.

“Nessuna decisione è stata assunta in questo momento”, ha precisato il ministro della Salute, Roberto Speranza, “leggo un’abbondanza di indiscrezioni, ma noi siamo qui e analizziamo tutti i dati, ci confrontiamo con le regioni”. “C’è un problema serio, non dobbiamo nasconderlo”, ha concesso il ministro, “ci sono istituzioni, scienziati che stanno lavorando: facciamo le cose per bene”.

Consapevole del deterioramento dei numeri sul contagio sembra essere il Comitato tecnico scientifico, che aveva fatto trapelare come, “alla luce dei nuovi dati emersi e della nuova fase” servano “misure più stringenti per far fronte al progressivo aumento dei contagi”.