La lezione di una star dell’Nba finita in bancarotta. C’è bisogno di un consulente
“Un consulente finanziario può essere qualcosa come il tuo miglior amico”, parola dell’ex stella dell’Nba, Antoine Walker, cestista dei Boston Celtics finito in bancarotta dopo il ritiro dal basket professionistico. Walker, oggi 42enne, ha raccontato in un’intervista come un confronto più approfondito con un esperto avrebbe evitato, fra le altre cose, un disastroso investimento immobiliare che portò l’ex atleta in grosse difficoltà finanziarie.
Avendo conosciuto presto i privilegi di una vita sportiva ai massimi livelli, Walker aveva iniziato a indulgere eccessivamente nel lusso, acquistando più immobili e auto da 400mila dollari. Fino ad arrivare al’investimento che portò l’ex cestista al tracollo.
Walker, forte di quest’esperienza negativa, ha avviato un percorso per l’insegnamento dell’educazione finanziaria ai colleghi dell’Nba dell’Nfl.
“Non voglio che facciano gli stessi errori che ho fatto io. Riferisco loro delle mie prove e le mie tribolazioni, così ci penseranno due volte rispetto a quello che faranno con i loro soldi”, ha detto Walker in un’intervista rilasciata a Thinkadvisor.
Anche se comprare una Maybach Mercedes e svariati gioielli non si sono rivelate scelte sagge, il vero problema con cui dovette fare i conti Walker fu entrare in una società di real estate di un amico di Chicago.
“I primi tre anni furono grandi: stavamo comprando un sacco di proprietà. Ma il ragazzo ha gestito male la compagnia e siamo rimasti scottati nel crollo immobiliare del 2007-2008 e abbiamo preso in prestito un sacco di soldi dalle banche”.
Da lì alla bancarotta il passo fu breve. All’epoca Walker aveva sì un consulente finanziario, ma serve a poco se poi si agisce comunque di testa propria.
Ora Walker insegna agli atleti come assicurarsi di non rimanere a corto di denaro una volta che la loro carriera professionistica sarà volta al termine. E, soprattutto, ha iniziato a regolare il suo stile di vita:
“L’ho ridimensionato tremendamente, di mia volontà, per semplificare la mia vita. Non voglio essere là fuori con una vita che non posso permettermi”.
Walker, perché insegni educazione finanziaria ai giovani atleti professionisti e alle possibili nuove star dello sport?
Non voglio che facciano gli stessi errori che ho fatto io. Io riferisco loro delle prove che ho superato e delle mie tribolazioni, così ci penseranno due volte rispetto a quello che faranno con il proprio denaro.
Perché hanno bisogno di questa guida?
La maggioranza dei giocatori proviene da ambienti modesti, come me. Così non pensi molto al denaro quando cresci. Ma tutto a un tratto vieni coperto da un mucchio di soldi e non sai cosa farci. Non comprendi le tasse e come si comprano cose come azioni e obbligazioni.
Qual è stata la più grande trappola a livello finanziario?
Fidarsi di altre persone rispetto al tuo denaro. Sto parlando di imprese di business comuni, siano esse un ristorante, un club o un bar. E’ qui che ti sentirai raccontare un sacco di storie dell’orrore su persone ripulite dei propri soldi. Si tratta di fidarsi di altre persone che gestiscono queste attività al posto tuo e che non aspettano che la tua carriera agonistica sia finita, quando potresti essere più presente sul campo.
Altri grossi pericoli dai quali guardarsi?
Spendere molto in cose non ti servono davvero o che non mantengono il proprio valore. Tanti ragazzi, ad esempio, comprano gioielli. Se [un gioiello] costa 20, varrà davvero 20, oppure solo 8?
Cosa hai fatto con i tuoi soldi quando giocavi a pallacanestro?
Avevo alcune abitudini di spesa eccessive e uno stile di vita molto costoso. Avevo alcune fisse, ad esempio molte auto, inclusa una Mercedes Maybach che mi costò 400mila dollari. Fu un cattivo investimento. Avevo tre case. Avevo tanti gioielli carini, finché non ho subito una rapina a mano armata nel 2007.
Avevi un consulente finanziario ai tempi dell’Nba?
Sì, ma allora non sapevo chi fosse bravo e chi no.
In che misura un atleta principiante dovrebbe dipendere da un consulente finanziario?
Può diventare qualcosa come il tuo migliore amico, in una certa misura. Un consulente finanziario dovrebbe essere qualcuno che ti mostra come investire nel mercato azionario e assicurarti di preservare i tuoi soldi a lungo. Un consulente finanziario dovrebbe essere colui che ti accompagna in un viaggio finanziario in modo da essere preparato per il resto della tua vita.
A giudicare dalle difficoltà finanziarie che hai attraversato sembra che il tuo consulente non ti abbia aiutato molto…
Non direi che non mi ha aiutato – ero io a gestire i soldi. Non pensavo alla vita dopo il basket. C’è una disconnessione tra te e l’advisor finanziario perché sta cercando di metterti in una posizione in cui puoi avere soldi per il resto della tua vita, ma il giocatore guadagna fa molte spese inutili.
Come mai?
Perché sei un po’ testardo nel modo in cui vuoi spendere i tuoi soldi. Sei giovane e stai giocando a pallacanestro: le cose stanno andando alla grande e tu stai vivendo l’attimo.
Il tuo consulente ha investito i tuoi soldi in azioni e obbligazioni?
Ho fatto alcuni investimenti nel mercato azionario. Ma il mio più grande errore è stato nel settore immobiliare. Questa è stata la cosa che mi ha buttato giù.
Chi ti ha portato nel settore immobiliare?
Un amico di Chicago formò una real estate company e io ne feci parte. I primi tre anni furono grandi: stavamo comprando un sacco di proprietà.
Ma il ragazzo ha gestito male la compagnia e siamo rimasti scottati nel crollo immobiliare del 2007-2008 e abbiamo preso in prestito un sacco di soldi dalle banche. Io garantivo personalmente ed è stata quella la cosa più inaccettabile.
Perché?
Perché quando la [crisi] ha colpito, mi sono ritrovato preso all’amo per rimborsare quei soldi. Le banche erano molto testarde: non avrebbero cercato di negoziare.
E qui che hai chiesto la bancarotta?
Sì. [Nel 2010] ho scelto di presentare il Capitolo 7 perché non volevo essere in debito per il resto della mia vita. Ero ancora un giovane con il potenziale per guadagnare soldi, e volevo un nuovo inizio per la mia vita.
Ma l’anno successivo, di te fu scritto che avevi mandato assegni a vuoto a tre casinò per pagare grandi debiti di gioco. E’ così?
Non ho mai firmato un assegno. Quando hai una linea di credito in un casinò, il tuo conto bancario è collegato. Il conto in banca che ho usato nel 2000 non era attivo successivamente. Quindi, quando il casinò ha cercato di riavere i suoi soldi, sono andati a un account che non era più aperto. Sembrava che avessi scritto un assegno, ma non l’ho mai fatto.
Cosa è successo con il caso?
[La banca] ha reso la cosa pubblica, il che mi ha causato imbarazzo. Sono andato in tribunale e ho fatto un piano di pagamento.
In che modo tutto ciò ha influito sulla tua vita?
Penso che abbia avuto un ruolo enorme nel mio mancato rientro all’Nba. E’ successo nello stesso momento in cui stavo attraversando la delicata situazione immobiliare. Ci ho provato per tre anni, ma non sono mai riuscito a tornare in Lega. Non penso sia stato a causa della mia abilità a pallacanestro.
Com’era la tua vita allora?
Subii un sacco di stampa negativa. Tutti commettiamo errori, ma mi hanno fatto sentire come se stessi facendo qualcosa di illegale – come se perdere i miei soldi fosse illegale.
Parli di questo quando insegni educazione finanziaria?
Sì. Voglio che sia uno strumento di apprendimento per i giovani affinché non commettano gli stessi errori. Voglio essere un esempio vivente per loro.
Qual è la lezione più importante che insegni?
Spiegare ai ragazzi come avere soldi quando la loro carriera sarà finita. Forse saranno bloccati con tre o quattro case e pagheranno grandi tasse e tutte le spese per il loro mantenimento. E’ una grande transizione quella che viene dopo il campo da gioco, e c’è tutto questo tempo che rimane da vivere.
Oltre a spendere troppo, dare soldi a parenti e amici diventa un problema quando i giocatori guadagnano molti soldi. Com’è stato nel tuo caso?
Ero il più anziano di sei fratelli; siamo cresciuti molto poveri. Mia madre era una madre single e avevo due figli miei. Così mi sono assunto la responsabilità di cercare di migliorare le condizioni di vita della mia famiglia. Probabilmente lo rifarei. Mi prenderò sempre cura della mia famiglia.
Ma tu consigli ai giovani atleti di avere qualcun altro a portata di mano per dire “no”, quando appropriato, alle richieste di denaro delle persone.
Non c’è niente di sbagliato nell’aiutare parenti e amici, ma ti prosciugheranno se non metti un freno. Quindi, ad un certo punto devi mettere la parola “no” nel tuo vocabolario.
Se si mette qualcuno, magari il proprio consulente finanziario, a far da tampone, si rimane estranei ad alcune richieste, perché bisogna assicurarsi di avere i soldi quando la propria carriera sarà conclusa.
Qual è il modo migliore per trovare un consulente finanziario se si è un giovane atleta?
Ci si può appoggiare agli allenatori del college per le raccomandazioni. Non sto dicendo che conoscono tutti i migliori consulenti, ma possono aiutarti.
Anche il tuo agente può darti dei consigli. Se sei nella Nba potresti anche affidarti alla League and the Players Association union. Hanno una squadra che entra per una settimana a parlare con i ragazzi di finanza [tra le altre questioni]. Ma è difficile: potresti dover cambiare un paio di consulenti.
In questo momento, quali sono i tuoi piani per la carriera?
Sto cercando di capire cosa fare dopo. Cercherò di rimanere in Tv. Mi tiene vicino al gioco che adoro. Spero di poterlo fare per sempre.
Suppongo che tu non abbia più sei macchine e tre case.
No, no, per niente. Ho ridimensionato tremendamente il mio stile di vita, di mia volontà, per semplificare la mia vita. Non voglio essere là fuori con una vita che non posso permettermi.
Ma ti piacciono ancora i gioielli?
Non ho mai provato a comprare gioielli dopo la rapina. Mi ha messo l’amaro in bocca.