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Investimenti e rischi, le regole d’oro della Consob

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Mettersi alla guida del proprio risparmio, in proprio o con l’aiuto di un esperto, richiede preparazione e la capacità di controbilanciare le tendenze naturali che portano puntualmente a commettere gli stessi errori. La Consob, l’autorità di vigilanza sui mercati finanziari, è intervenuta in prima persona per stilare una lista di errori frequenti nella gestione degli investimenti personali.

Una sintesi delle abitudini scorrette e come porvi rimedio

  1. Percezione del rischio, una questione personale
    “Nel valutare un prodotto finanziario, non affidarti ai consigli di amici e parenti e non lasciarti guidare solo dai rendimenti passati: la percezione altrui del rischio finanziario potrebbe non coincidere con la tua e i risultati passati non necessariamente si ripeteranno in futuro”.
  2. Scorciatoie e stereotipi
    “Gli individui tendono ad utilizzare regole intuitive per risolvere problemi di scelta molto complessi (…) Non fermarti ad una valutazione dei rischi rapida e istintiva, soffermati sul significato dei dati disponibili e concediti del tempo per riflettere sulle opzioni di scelta a tua disposizione! Non ragionare per stereotipi: ogni investimento va valutato per le sue caratteristiche in termini di rischio e rendimento”.
  3. Eccesso di fiducia in sé
    Anche chi è avverso alle perdite può comunque persudersi di saperla più lunga degli altri. “Vai alla ricerca dei dati e delle notizie che potrebbero contraddire il tuo punto di vista e confrontale con quelle che lo supportano: per documentare quanto è difficile prevedere i fatti economici, basta tenere una raccolta di articoli di giornale”.
  4. I rischi del “framing effect”
    “Il modo in cui l’informazione viene rappresentata, può deviare l’attenzione del lettore sulle informazioni ritenute rilevanti e distorcere il suo atteggiamento verso il rischio (…) Valuta “criticamente” le informazioni esposte nei documenti informativi. Prova ad esprimere con parole tue l’informazione che ti è stata trasmessa e chiedi al consulente/promotore se la tua lettura è corretta”.
  5. Eccessiva avversione alle perdite
    “La reazione emotiva alle perdite è sistematicamente più forte della reazione di guadagni di pari importo”, scrive la Consob, per questo evitare le perdite ad ogni costo può produrre scelte eccessivamente focalizzate sul breve termine.
  6. Paura del rimpianto
    “Dopo aver preso una decisione rivelatasi sbagliata, gli individui tendono ad attribuire ad altri la responsabilità delle proprie scelte per ridurre il “rimpianto” (cosiddetto attribution bias)”. Imitare gli altri è un comportamento adottato, spesso, “al fine di condividere la responsabilità di una scelta eventualmente sbagliata”.
  7. Disposition effect
    “Spesso gli individui non sanno decidersi a liquidare un investimento in perdita e senza prospettive di miglioramento” e quindi accettare che la scommessa sia andata male. “In finanza”, però, “contano solamente le prospettive future, non le performance passate. Nel caso in cui non sappia deciderti a liquidare un investimento in perdita, chiediti se saresti disposto a investire il valore corrente dell’investimento nel titolo stesso”.
  8. Il valore del denaro, fra lavoro e vincite
    “Risorse derivanti dai redditi da lavoro sono spesso destinate a investimenti poco rischiosi, mentre i redditi derivanti da vincite o voci stipendiali una tantum (gratifiche e premi) sono più facilmente investiti in prodotti più rischiosi. Per la parte di investimento destinata a soddisfare il bisogno di rendimenti più ambiziosi, di solito vengono deliberatamente evitate strategie di diversificazione”.
  9. Ripensamenti estemporanei
    “Se hai un obiettivo di medio/lungo termine, monitora il tuo investimento evitando di focalizzarti solo sulle prospettive di breve termine e richiedendo informazioni sui rendimenti riferibili al tuo orizzonte temporale. In ragione di un ripensamento momentaneo, rischiamo di prendere decisioni non ottimali: si tratta di un problema di auto-controllo che conduce a scelte miopi”.