(9Colonne) – Palermo, 22 mag – Dopo la Campania, anche in Sicilia, per ragioni diverse, rischia di esplodere l’emergenza rifiuti. La maggior parte dei 26 “Ambiti territoriali ottimali” (Ato) dell’isola non corrisponde le spettanze dovute alle aziende private, associate ad Assoambiente, che assicurano il ciclo integrato dei rifiuti (dalla raccolta allo smaltimento finale). In alcuni casi esistono blocchi nei pagamenti per servizi resi nel 2004. Il credito sin qui accumulato ha superato i 300 milioni di euro, somme anticipate dalle aziende per la gestione ordinaria del servizio e per sostenere investimenti, innovazione tecnologica, acquisto di attrezzature e mezzi per la raccolta e per gli impianti. “Le imprese, impegnate anche finanziariamente per migliorare ulteriormente la qualità e la tutela ambientale non hanno più liquidità per fare fronte agli impegni assunti”, si legge in una nota di Confindustria Sicilia. “Pertanto saranno costrette, a partire dal prossimo mese di giugno, a non erogare le spettanze alle diverse migliaia di dipendenti e a interrompere tutti i pagamenti anche nei confronti dei fornitori dell’indotto”. “In molti Comuni e Province regionali (azionisti delle Società d’ambito) si attende da tempo l’avvio di una strategia di lungo termine e la pianificazione dello sviluppo delle loro Società d’ambito che fruiscono di servizi senza pagarli. I ritardi, pertanto, finiscono per rendere ostile il rapporto con le imprese che operano nel rispetto delle regole e che generano occupazione produttiva, a tutto vantaggio – prosegue la nota – di altre attività che agiscono fuori dal mercato o che producono solo clientelismo”.
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