(9Colonne) – Roma, 18 mag – Rapine in banca in leggera crescita, ma a ritmo più lento rispetto agli anni passati. Nel corso del 2006, infatti, sono state compiute 2.774 rapine, per un “bottino” complessivo di quasi 56 milioni di euro, con un lieve incremento dell’1,4% rispetto alle 2.735 rapine dell’anno precedente. Un dato, questo, che conferma una tendenza al miglioramento, considerati gli aumenti ben più consistenti degli anni addietro: +1,9% nel 2005 e +10,5% nel 2004. In diminuzione anche il cosiddetto “indice di rischio”, cioè il numero di rapine ogni 100 sportelli in Italia, che è passato da 8,8 a 8,7. Sempre magro, inoltre, il bottino medio per rapina che, con circa 20 mila euro, si mantiene tra i valori più bassi registrati dal 1998 ad oggi. Sono questi i principali risultati dell’indagine annuale dell’Ossif, l’Osservatorio sulla sicurezza fisica dell’Associazione bancaria italiana che sarà presentata lunedì a Roma, nel corso del convegno “Banche e Sicurezza 2007”. Ma perché l’Italia registra ancora un numero di rapine tra i più alti d’Europa? I “colpi” in banca messi a segno in Italia, infatti, rappresentano circa il 50% di quelli registrati complessivamente in Europa. Dal confronto internazionale, emerge che in Italia (dati 2005) ci sono state 2.735 rapine, contro le 728 della Germania, le 484 della Spagna, le 445 della Francia e le 122 della Gran Bretagna. Il “bottino” complessivo delle rapine nelle banche italiane (sempre sulla base dei dati del 2005) è stato di circa 53 milioni di euro, contro i 20 milioni della Germania, 5,4 della Spagna, 5 della Francia e 3 della Gran Bretagna. Secondo gli esperti dell’Osservatorio dell’Abi, il problema delle rapine in banca è direttamente collegato all’ampia circolazione di denaro contante che ancora caratterizza il nostro Paese. L’Italia, infatti, è ancora in ritardo nell’utilizzo degli strumenti di pagamento elettronici alternativi al contante.
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