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Quirinarie: oggi il nome del candidato 5 stelle

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ROMA (WSI) – Fuoco di sbarramento anti-Prodi via chat sul blog di Beppe Grillo. In una ventina di minuti, sono piovuti sulla chat aperta del leader M5S e che accompagna le trasmissioni in streaming de ‘la Cosa’ numerosi messaggi che invitano a non scegliere l’ex Premier ed ex Presidente della Commissione Ue, rivolti ai militanti autorizzati al voto on line nel ballottaggio a dieci in corso per la scelta del candidato presidente della Repubblica da far votare ai parlamentari M5S.

Diversi invece sono gli apprezzamenti, in particolare, per Milena Gabanelli, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky. Ma è decisamente il nome del fondatore di ‘Emergency’ Gino Strada quello che incontra di più gli animatori della chat grillina.

Per il confondatore del Movimento Gianroberto Casaleggio il Capo dello Stato deve essere apolitico. “Che sia super partes e preferibilmente non venga dal mondo politico e che rappresenti tutti gli italiani”.

E’ questo l’identikit tracciato da Casaleggio a Torino, a margine di un incontro con gli imprenditori.

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Con il secondo turno delle ‘Quirinarie’, il Movimento 5 Stelle sceglierà il suo nome per la Presidenza della Repubblica. Ma la comparsa di Romano Prodi e di Emma Bonino nella rosa di dieci tra i quali si sceglierà, rosa uscita dal primo turno di votazioni online, infiamma il dibattito interno. Parlamentari e non fanno ‘campagna elettorale’ contro il padre dell’euro, considerato un “impresentabile” per i parametri 5 Stelle. E anche Crimi ammette: “Non me l’aspettavo. Ma accetteremo qualsiasi risultato”. Difficile che Prodi vinca: in un sondaggio lanciato su Facebook risulta ultimo. Più quotati di lui appaiono Gino Strada, ma anche Stefano Rodotà (“Anche Pd e Sel convergano su di lui”, invita il deputato Zaccagnini). Ma il nome dell’ex premier potrebbe rispuntare in Parlamento, alla quarta votazione per il capo dello Stato. A quel punto, i 5 Stelle si riuniranno per decidere se votare Prodi insieme al Pd. E decideranno a maggioranza, con il rischio di spaccarsi.

‘A ROMA SI DISCUTE, SAGUNTO ESPUGNATA’. ‘Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur’: mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata. Cita Tito Livio, Beppe Grillo in un post pubblicato ieri sul suo blog per sferrare un nuovo attacco ai partiti. “Mentre a Roma si discute di poltrone l’Italia brucia”, attacca il comico genovese. “Il balletto dei partiti per non decidere nulla e mantenere posizioni di privilegio e di impunità decennali continua, imperterrito, senza vergogna”, sottolinea. E sul suo sito ‘posta’ l’immagine di “The Final Day of Sagunto in 219BC” di Francisco Domingo Marques.

“PARLAMENTO E’ PARALIZZATO”. “Il paese – prosegue Grillo – ha bisogno di leggi e di riforme, ma il Parlamento è paralizzato. Lo è da anni, da quando i parlamentari sono diventati emanazione dei segretari di partito, impiegati e funzionari nel migliore dei casi, e il governo legifera a colpi di decreti legge su cui pone la fiducia accordata senza problemi dai lacché di partito che premono pulsanti a comando”. “In questa legislatura – continua – è arrivata una variabile non prevista: il MoVimento 5 Stelle, che vuole riportare il Parlamento, e quindi il popolo italiano, alla sua centralità. Il M5S va quindi disinnescato. Immaginatevi l’orrore di Maschera di Cera – prosegue il leader 5 Stelle facendo riferimento implicito a Berlusconi – già pronto per il museo di Madame Tussaud’s se venissero presentate una dopo l’altra leggi sulla ineleggibilità, sul conflitto di interessi, sulla corruzione. Si scioglierebbe insieme ai suoi alleati pdmenoellini”.

“LEGGI URGENTI RESTANO NEL CASSETTO”. “Il Parlamento deve rimanere un simulacro – osserva ancora Grillo – un non luogo, per questo non vengono attivate le Commissioni parlamentari. Le leggi urgenti per il rilancio dell’economia, la nuova legge elettorale, le misure di sostegno ai disoccupati rimangono nei cassetti. L’orologio deve rimanere fermo. E’ un continuo rimando, un opprimente spostare in avanti le decisioni. Per evitare qualsiasi legge sgradita a questi cialtroni si invoca la necessità di avere un Governo PRIMA delle Commissioni. Un falso. L’Italia è una Repubblica parlamentare senza Parlamento. Per disinnescare il M5S le Commissioni saranno istituite DOPO l’elezione del presidente della Repubblica, DOPO il nuovo ciclo di consultazioni, DOPO la fiducia al nuovo governo, quindi, ottimisticamente a luglio PRIMA della chiusura di Camera e Senato per ferie. Poi, extrema ratio, per sicurezza, si potrebbero sciogliere le Camere e andare a nuove elezioni senza aver avviato alcuna riforma”. “L’economia non aspetta – conclude – e per allora potremmo essere falliti con la distruzione irreversibile delle piccole e medie imprese che oggi tengono ancora, miracolosamente, in piedi l’Italia e allora non ce ne sara’ piu’ per nessuno. Mentre a Roma si discute di poltrone l’Italia brucia. Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur”.

Per il 62% degli italiani, la linea politica della formazione guidata da Grillo – fino a prova contraria orientata a rifiutare qualunque tipo di accordo su governo e Quirinale – è sbagliata. Il 76 percento degli elettori del 5 Stelle, però, è soddisfatto della direzione di marcia che ha intrapreso il Movimento.

E’ quanto emerge da un sondaggio realizzato dall’Istituto Swg in esclusiva per Agorà, su Rai Tre. (Tg1)