Economia

Private banking, il futuro è sempre più digitale

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L’industria italiana del private banking sta rapidamente muovendo verso modelli di consulenza che prevedono un forte peso del digitale e questo nonostante oltre l’87% degli italiani abbia dichiarato di non conoscere cosa sia un robo-advisor.

Così emerge dal rapporto 2020 dell’Osservatorio permanente sul Private Banking condotto da LIUC Business School e Banca Generali, col supporto di Goldman Sachs Asset Management e Vontobel secondo cui il futuro del private banking è sempre più digitale.

Private banking e il Robo 4 Advisory

Il motivo di questa crescente digitalizzazione è principalmente riconducibile al passaggio generazionale in corso che porta gli operatori ad investire in questi modelli per far fronte alla domanda di servizi innovativi da parte della nuova generazione dei millennials.
C’è poi una ulteriore componente determinata dal Covid-19 che ha accelerato l’uso del digitale anche sul fronte del risparmio. L’Osservatorio sul Private Banking ha poi analizzato i vari modelli di consulenza finanziaria digitale presenti attualmente in Italia e nel mondo, evidenziando in maniera netta quello con il miglior livello di efficacia.
Si tratta del cosiddetto Robo 4 Advisory, ovvero il modello per cui il digitale si pone come acceleratore della relazione tra consulente e cliente.

“L’analisi del nostro Osservatorio evidenzia come le private bank italiane dovranno rinnovarsi e cercare nelle soluzioni digitali alcune delle risposte ai cambiamenti in atto in questa fase storica.
Il tutto in un panorama nel quale la competizione è divenuta sempre più ardua, con l’avvento delle start-up fintech e in un contesto di riferimento che vede il cliente al centro delle iniziative del business bancario” commenta Anna Gervasoni. docente della LIUC e direttore generale di AIFI.

 

“Il crescente peso del digitale nella vita di tutti i giorni sta cambiando l’approccio al risparmio dei clienti private.
Per questo assisteremo sempre più a modelli di consulenza in cui il digitale fungerà da acceleratore dei processi, così da lasciare sempre più tempo al rapporto tra cliente e consulente nel dialogo sulle scelte patrimoniali.
Ciò che non cambia è infatti la centralità della relazione, che rimarrà sempre il perno intorno al quale si sviluppa il private banking” ha chiarito Andrea Ragaini, vice direttore generale di Banca Generali.