Economia

Previsioni intermedie UE: la ripresa prosegue ma rimane fragile

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(Teleborsa) – L’economia dell’UE sta progressivamente uscendo dalla crisi, sebbene rimanga ancora esposta a venti contrari. Lo si legge in una nota della commissione UE. Durante il terzo trimestre del 2009 il PIL reale ha ripreso a crescere, ponendo fine alla recessione più lunga e più profonda della storia dell’UE. Le misure eccezionali messe in atto nell’UE per far fronte alla crisi hanno svolto un ruolo importante nell’imprimere all’economia un’inversione di tendenza. Durante il quarto trimestre, tuttavia, e come previsto nell’autunno 2009, la graduale scomparsa degli effetti di alcuni fattori temporanei ha provocato un rallentamento della crescita. Stando all’aggiornamento attuale, le previsioni economiche per l’UE rimangono in linea di massima inalterate. Nel 2010 il PIL dovrebbe crescere dello 0,7% sia nell’UE che nell’area dell’euro. Anche le proiezioni sull’inflazione restano in gran parte immutate all’1,4% nell’UE e all’1,1% nell’area dell’euro. Come risulta chiaramente dagli ultimi sviluppi sui mercati finanziari, tali proiezioni sono ancora avvolte da una diffusa incertezza. Olli Rehn, commissario europeo per gli Affari economici e monetari, ha dichiarato: ” Per quanto stia prendendo corpo, la ripresa economica dell’UE rimane fragile. Riportare l’economia europea sulla via di una crescita forte e sostenibile dovrebbe essere il nostro principale obiettivo. Per conseguirlo, dobbiamo operare su due fronti: sul rilancio dell’economia e sul risanamento delle finanze pubbliche. La nuova strategia “Europa 2020″, volta alla modernizzazione delle nostre economie, dovrebbe andare di pari passo con il risanamento delle nostre finanze pubbliche, in modo tale da creare i presupposti per una crescita sostenibile e la creazione di occupazione.” Le previsioni della Commissione hanno rivisto leggermente al rialzo le proiezioni di crescita per il primo semestre dell ‘anno tanto per l’UE, quanto per l’area dell’euro. Tuttavia, revisioni marginali al ribasso per il secondo semestre del 2010 fanno sì che il tasso previsto di crescita del PIL per l’anno in corso rimanga complessivamente immutato allo 0,7% sia nell’UE che nell’area dell’euro. Il calcolo è effettuato sulla base delle proiezioni aggiornate per la Francia, la Germania, l’Italia, i Paesi Bassi, la Polonia, la Spagna e il Regno Unito, che insieme rappresentano circa l’80% del PIL dell’UE. Durante il secondo semestre del 2009 l’attività economica mondiale si è dimostrata più solida di quanto previsto in precedenza, soprattutto nei paesi emergenti dell’Asia. Ad esclusione dell’UE, l’anno scorso il PIL reale ha evitato la caduta libera e dovrebbe ora crescere nel 2010 di circa 4¼%. Per il breve termine gli indicatori mondiali sono incoraggianti, rispecchiando in parte il ciclo delle scorte di produzione. Più in là, a causa della progressiva scomparsa dell ‘effetto delle misure di stimolo e del ciclo delle scorte, la crescita mondiale dovrebbe attraversare una fase di debolezza. Le differenze da un paese all’altro rimangono considerevoli: grazie al rinnovato afflusso di capitali e alla riscoperta del gusto del rischio tra gli investitori, la ripresa risulta di gran lunga più solida in seno alle economie emergenti. Mentre al di fuori dell’UE l’ambiente economico si sta riprendendo più velocemente di quanto previsto, rimane da vedere fino a che punto quest’anno l’UE potrà trarne qualche vantaggio. Migliori indicatori del clima economico nell ‘UE segnalano una progressiva espansione dell’attività, sebbene di recente i dati reali, specialmente quelli relativi alla produzione industriale e alle vendite al dettaglio, siano stati meno incoraggianti. Un ambiente esterno migliore del previsto potrebbe rilanciare le esportazioni, ma un livello oltremodo scarso del tasso di utilizzo delle capacità limita di molto gli investimenti. Nel 2010, a causa dell’aggiustamento nel settore dell’edilizia abitativa richiesto in numerosi Stati membri, anche gli investimenti nel settore immobiliare rischiano di essere scarsi. Da inizio 2009 le condizioni dei mercati finanziari sono migliorate, ma l’assestamento dei bilanci non è terminato e l’incertezza è ancora tanta. Scarse prospettive d’investimento implicano solitamente un indebolimento del mercato del lavoro, che rischia a sua volta di frenare il consumo privato. Visto il carattere ancora temporaneo di molti dei fattori di ripresa sia a livello mondiale che a livello dell’UE, è ancora presto per dire quanto solida sia la ripresa. L ‘importante processo di disinflazione avvenuto durante quasi tutto il 2009 è stato dovuto principalmente a effetti di base al ribasso delle componenti alimentari ed energetiche e ad un crescente aumento del differenziale tra prodotto effettivo e potenziale. L’inflazione in termini di IAPC è leggermente cresciuta negli ultimi mesi del 2009, mantenendosi ad un tasso annuale molto contenuto dell’1,0% nell’UE e dello 0,3% nell’area dell’euro, come previsto in autunno. In futuro, il grosso differenziale tra prodotto effettivo e potenziale dovrebbe contenere l’inflazione, compensando l’aumento dei prezzi dell’energia e dei prodotti di base. I prezzi dovrebbero rimanere stabili, con proiezioni sull’inflazione IAPC stabili all’1,1% nell’area dell’euro e riviste solo leggermente al rialzo, fino a raggiungere l’1,4%, nell’UE. I rischi che gravano per il 2010 sulle previsioni di crescita dell’UE sembrano ancora nel complesso compensarsi. Da una parte, la situazione sui mercati finanziari rimane assai incerta e soggetta a seri rischi negativi; dall’altra, la forza della ripresa mondiale, soprattutto sui mercati emergenti dei paesi asiatici, e la svolta imminente del ciclo delle scorte nell’UE potrebbero incidere sulla domanda interna molto più di quanto previsto al momento. Anche i rischi che pesano sulle prospettive in materia d’inflazione sembrano in gran parte compensarsi nel 2010.