Economia

Prestiti per lo studio: oltre 71 milioni erogati nel primo semestre in Italia. Una richiesta su cinque è di under 25

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La prima campanella dell’anno sta per suonare e gli studenti si preparano a tornare sui banchi di scuola ma per far fronte ai costi legati allo studio sono in molti a chiedere un prestito personale. Secondo le stime di Facile.it e Prestiti.it, nei primi sei mesi dell’anno in particolare sono stati erogati oltre 71 milioni di euro in prestiti destinati a coprire le spese legate a scuola, università e, più in generale, alla formazione.

L’analisi è stata realizzata su un campione di oltre 122mila domande  di prestito presentate ai due portali nel periodo tra il 1° gennaio e il 30 giugno del 2019. Da essa emerge da un lato l’aumento dell’importo medio richiesto alle società di credito, che nel corso del primo semestre 2019 è stato pari a 7.960 euro, vale a dire il 5% in più rispetto allo stesso periodo del 2018. Dall’altro è cresciuta la percentuale di richiedenti under 25, il cui peso sul totale è salito di ben 7 punti percentuali rispetto allo scorso anno, passando dal 12% al 19%. Proprio gli under 25,  sottolinea l’indagine, hanno fatto quasi una richiesta di prestito per lo studio su cinque tra quelle raccolte nei primi sei mesi del 2019.

«La richiesta di prestiti da parte dei giovani – spiega Andrea Bordigone, responsabile prestiti di Facile.it.  – va visto come un elemento di fiducia; non solo è positivo sapere che siano i ragazzi stessi i primi a voler investire sul proprio futuro, ma è anche indice del fatto che abbiano una situazione reddituale più serena rispetto al passato e che gli consente, seppur magari aiutati dai genitori, di impegnarsi nella restituzione delle rate».

L’indagine poi fornisce un identikit del richiedente medio un prestito personale legato allo studio. Si tratta per lo più di  giovani di età media sui 38 anni (due anni in meno rispetto allo stesso periodo del 2018, 40 anni), per lo più donne (37% del totale), che svolgono attività di lavoro  dipendente privato a tempo indeterminato (63%) e autonomi liberi professionisti (11%).