Economia

Pos, a quanto ammontano le commissioni in Italia?

Fine dell’esenzione all’obbligatorietà del Pos per i tabaccai. L’Agenzia delle Dogane e Monopoli (ADM), il 27 giugno, con una Determinazione direttoriale immediatamente esecutiva, ha decretato che anche loro dovranno obbligatoriamente accettare tutte le forme di pagamento digitale.

Niente più esenzione, dunque, all’obbligatorietà dei Pos per questo tipo di esercizi commerciali, questo significa che decade quella concessa il 25 ottobre 2022 dal predecessore Marcello Minenna. La sanzione per le tabaccherie che non si adegueranno, accettando immediatamente i pagamenti elettronici, è la medesima prevista per le altre attività: multa pari a 30 euro fisse più il 4% del valore della transazione.

Il tema dei pagamenti al Pos resta, quindi, un argomento “caldo” delle cronache politiche ed economiche italiane. Per far luce su quelli che sono i reali costi da sostenere da parte di esercenti e professionisti, in relazione all’utilizzo del Pos per accettare pagamenti, l’Osservatorio ConfrontaConti.it e SOStariffe.it ha realizzato un’indagine sui costi in Italia del Pos nel 2022.

Lo studio ha preso in considerazione tutte le principali opzioni che aziende, esercenti e professionisti hanno per munirsi di un Pos, andando a evidenziare sia i costi fissi (come la spesa iniziale e il canone periodico per mantenere attivo il Pos) che le commissioni applicate sulle transazioni. I risultati dell’indagine sono poi stati confrontati con le rilevazioni del 2017. I dati raccolti dall’Osservatorio confermano un drastico calo dei costi del Pos per gli esercenti italiani nel corso degli ultimi cinque anni.

Costi fissi del Pos: la spesa iniziale si riduce del 59% rispetto al 2017

Tra le principali evidenze dell’indagine si nota un drastico calo dei costi fissi da sostenere per munirsi di un Posper la propria attività. Stando ai dati raccolti dallo studio, infatti, la spesa media iniziale da sostenere per il Pos è di 28 euro con un calo del 59% rispetto ai dati del 2017. C’è una differenza di oltre 20 euro per la spesa iniziale da sostenere per un Pos Mobile (33,28 euro) e quella per un Pos Fisso (9,29 euro).

In diversi casi, inoltre, il Pos non prevede alcuna spesa iniziale con gli esercenti, che possono ottenere il dispositivo senza alcun esborso ma sottoscrivendo un abbonamento mensile. Da notare, inoltre, che anche per quanto riguarda i costi periodici si registra un sostanziale calo rispetto ai dati raccolti dalla precedente rilevazione. Nel corso del 2022, infatti, il canone mensile medio del Pos che professionisti e esercenti devono sostenere è di 8,93 euro.

Questo dato risulta essere sensibilmente inferiore rispetto a quello registrato nel 2017. Nel corso degli ultimi 5 anni, infatti, il canone mensile del Pos si è ridotto del 50,7%. Da notare che scegliere un Pos Mobile è ancora più conveniente con un canone medio pari ad appena 8,73 euro al mese che conferma la praticità dell’utilizzo di questa particolare tipologia di Pos per accettare i pagamenti.

Complessivamente, il confronto tra 2017 e 2022 conferma il drastico calo dei costi fissi del Pos in Italia. Rispetto a 5 anni fa, infatti, in media, la spesa iniziale per il Pos è inferiore di circa 49 euro mentre il canone mensile si è ridotto di quasi 10 euro. Munirsi di un Pos per poter accettare pagamenti, quindi, è diventato molto meno costoso, sia considerando l’investimento iniziale che i costi di mantenimento.

L’impegno di Meloni per ridurre i costi attuali del Pos

Il governo Meloni ha preso un impegno nel cercare di andare a ridurre ulteriormente i costi attuali dei Pos, ma per il momento non ci è ancora riuscito e anzi i tempi previsti sembrano lunghi per ora.

Entro marzo infatti un tavolo tecnico avrebbe dovuto trovare un accordo con le banche e i circuiti di pagamento, come segnalato nella legge di Bilancio, ma tre mesi dopo la scadenza l’intesa non è ancora stata raggiunta. L’articolo 1, comma 386, della legge di Bilancio per il 2023 riferiva che entro l’inizio di marzo di quest’anno il Ministero dell’Economia e delle Finanze avrebbe istituito un “tavolo permanente” al fine di trovare soluzioni per “mitigare l’incidenza dei costi delle transazioni elettroniche di valore fino a 30 euro” a carico dei commercianti che hanno ricavi inferiori ai 400mila euro.

Crollano le commissioni sulle transizioni rispetto a 5 anni fa

Promesse a parte, le commissioni sono, da sempre, uno dei fattori che spinge molti esercenti a rifiutare il pagamento tramite Pos. Anche in questo caso, però, il trend del settore è chiaro. Le commissioni applicate dagli istituti alle transazioni effettuate con un Pos sono in netto calo. Considerando le carte di pagamento che utilizzano il circuito PagoBancomat, ad esempio, si registra una commissione media pari all’1,23%.

Il dato è sensibilmente inferiore rispetto a quello fatto registrare dal settore nel 2017 quando un pagamento tramite il circuito PagoBancomat comportava una commissione media pari all’1,92%. In questo caso, scegliere un Pos fisso conviene di più. La commissione applicata alla transazione è pari, in media, ad appena 1,01%. Anche i pagamenti con carte che utilizzano altri circuiti fanno segnare un’evidente tendenza al ribasso per quanto riguarda le commissioni applicate.

I dati medi rilevati dall’indagine, infatti, certificano una commissione pari all’1,35%. Si tratta di un calo netto (oltre un punto percentuale) rispetto a quanto rilevato nel 2017 quando la commissione media era pari a 2,56%. Per le commissioni, il pagamento tramite Pos fisso continua ad essere la scelta più conveniente per gli esercenti con una commissione media pari all’1,12% mentre per un Pos mobile viene richiesta una commissione dell’1,4%.

Aumenta la spesa fissa, ma si riducono le commissioni

L’indagine dell’Osservatorio si concentra anche su di un’analisi dell’evoluzione dei costi del Pos nel breve periodo. In particolare, lo studio ha messo a confronto i dati della rilevazione di agosto 2022, poche settimane dopo l’entrata in vigore delle sanzioni, con quelli relativi al mese di dicembre 2022, mentre il Governo è al lavoro per definire la soglia di esenzione per i pagamenti con carta.

Il confronto tra agosto e dicembre 2022 conferma un aumento dei costi per il Pos in Italia. La scorsa estate, infatti, la spesa iniziale richiesta per il Pos era di circa 23 euro mentre il canone medio era pari a poco più di 6 euro al mese. Di conseguenza, si è registrato un aumento del +21% per il costo fisso e del +44% per il canone mensile richiesto agli esercenti per l’utilizzo del Pos.

La crescita dei costi fissi, però, si accompagna a un ulteriore calo delle commissioni. In media, infatti, la commissione per il pagamento con il circuito PagoBancomat è passata da 1,45% a 1,23% mentre per le carte di altri circuiti il calo è ancora più significativo. La commissione media passa da 1,73% a 1,35%. Negli ultimi mesi, quindi, avere un Pos comporta una spesa maggiore per gli esercenti ma le commissioni si stanno, piano piano, riducendo.

Sia i costi fissi che le commissioni legate all’utilizzo del Pos sono, quindi, in netto calo. Questa tendenza si riflette sulla spesa complessiva registrata dagli esercenti. L’Osservatorio ConfrontaConti.it e SOStariffe.it, infatti, ha realizzato una serie di simulazioni per quantificare il calo percentuale registrato dalla spesa media da sostenere per l’utilizzo di un Pos come strumento per accettare pagamenti.

Le simulazioni sul Pos

L’indagine ha preso in considerazione tre profili diversi. Il primo è quello del libero professionista che registra poche transazioni annue ma di importo medio più elevato. Il secondo profilo è quello di un negoziante che vende prodotti al dettaglio e che registra più transazioni ma di importo medio inferiore rispetto al primo profilo. Il terzo profilo preso in considerazione è quello di un ristoratore, che fa segnare un numero molto elevato di transazioni con un importo medio ridotto.

Per un libero Professionista si registra un calo sostanziale della spesa legata al Pos. Tale calo va da un minimo del 38% (utilizzando un Pos mobile ed effettuando solo transazioni tramite circuito PagoBancomat) a un massimo del 64% (con Pos fisso e transazioni effettuate con “altre carte”).

Percentuali simili anche per il negoziante che registra un taglio della spesa compreso tra il 33% e il 61%. Si riducono in modo significativo anche le spese per il ristoratore. In questo caso, il taglio della spesa legata all’utilizzo del Pos è ancora una volta compreso tra il 33% ed il 61% in base al tipo di Pos utilizzato e alle carte con cui viene effettuato il pagamento da parte del cliente.

I costi dei Pos mobile

Andando nel concreto, possiamo vedere quelli che soni i costi previsti per due noti Pos mobile. In particolare quelli di Nexi e SumUp. Per il primo, rezzo per l’acquisto del terminale sarà di 29 € mentre per l’altro di 39 €. Sul canone da pagare, per Nexi è prevista una spesa da 36 € mentre per SumUp non è previsto alcun costo aggiuntivo. Infine, la commissione sulle transazioni in presenza si attesta all’1,89% per Nexi e all’1,95% con SumUp.