Nel corso del 2022 erano 771 milioni le persone ad aver raggiunto o superato i 65 anni. Grosso modo stiamo parlando del 10% di tutta la popolazione che è presente nel mondo. Quanti saranno gli over 65 nel 2100? A quale percentuale arriverà questa fascia di età?
A dare una risposta a questo dubbio ci hanno pensato le Nazioni Unite, che all’interno del loro ultimo report sull’invecchiamento della popolazione mondiale hanno messo in evidenza che almeno il 24% della popolazione – da qui ad ottant’anni – avrà superato la soglia dei 65 anni.
Aumenta l’età media della popolazione
L’inverno demografico si sta avvicinando sempre di più. Questo è, in estrema sintesi, il risultato dell’analisi e delle proiezioni effettuate dalla Nazioni Unite. La popolazione è destinata ad invecchiare nel corso dei prossimi tre decenni: avrà più di 65 anni almeno un residente europeo, nordamericano ed asiatico su quattro. L’Italia, tra i paesi europei, è quello nel quale la popolazione invecchia ad un ritmo più sostenuto. Nel 2022, il Belpaese ha registrato il 24% delle persone con più di 65 anni: stiamo parlando di 14 punti sopra la media mondiale. L’Italia si è conquistata, in questo modo, il podio più alto dei 27 paesi appartenenti all’Unione europea. Dopo di noi ci sono la Finlandia, con il 23,3% e il Portogallo, con il 22,9%.
L’Italia è destinata a confermare e ad accentuare questo primato. Nel 2100 gli italiani over 65 saranno almeno il 38,2% dei residenti. A batterci ci saranno esclusivamente Malta, con un misero 0,1% in più rispetto alla nostra percentuale, e la Spagna che con il suo 38,7% supera dello 0,5% la media nostrana.
L’invecchiamento della popolazione diventa anche più evidente se si prendono in considerazione i dati dal 1950. In quel periodo l’Italia era al 13esimo posto in classifica come numero di over 65: costituivano solo e soltanto l’8% dei residenti. La media italiana, nel corso degli anni Cinquanta, era inferiore rispetto a quella della Repubblica Ceca, che, almeno stando alle stime approntate dalle Nazioni Unite, sarà ultima in classifica tra i paesi europei nel 2100.
I numeri a cui stare attenti
Ma perché risulta così importante tenere sotto controllo l’invecchiamento della popolazione? Questo fenomeno determina diversi mutamenti nel corso dei prossimi anni: cambierà il mercato del lavoro e, di conseguenza, il sistema pensionistico. Ma non solo: cambierà la domanda di alloggi e trasporti. L’invecchiamento della popolazione dovrà essere guardato anche sotto il profilo sociale e per i legami delle varie generazioni.
L’invecchiamento progressivo della popolazione apre a diverse sfide, soprattutto per i governi nazionali. Nella maggior parte dei paesi che fanno parte dell’Ocse, ad esempio, la spesa per l’assistenza sanitaria e l’assistenza agli anziani è equamente condivisa tra il governo centrale e il subnazionale. Il problema che si verrà a generare è, nella maggior parte dei casi, determinato dall’aumento degli indici di dipendenza degli anziani, che metteranno sotto forte pressione la spesa pubblica. Anche perché il progressivo invecchiamento della popolazione porterà ad una diminuzione delle entrate fiscali derivanti dalla tassazione dei redditi da lavoro, che potrebbero arrivare – stando alle stime dell’Ocse – a diminuire mediamente del 9%.
La vera sorpresa, però, per quando riguarda le entrate da redditi patrimoniali – stiamo parlando delle rendite di capitali investiti, tasse sulla proprietà e via discorrendo – che potrebbero aumentare in termini pro capite: gli anziani tendono ad avere dei più redditi patrimoniali fissi ed immobilizzati rispetto ai giovani.