Economia

Più vacanze e ristoranti, meno cultura. Come sono cambiate le spese degli italiani

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Se c’è da mettere mano al portafoglio, le famiglie italiane preferiscono farlo per le vacanze o per il ristorante piuttosto che per il cinema o il teatro. È uno dei risultati emersi da un’analisi condotta nei cinque anni compresi tra il 2014-2018  dal Sole 24 Ore sulla base di dati Istat.

La fotografia mostra come, nel corso dei cinque anni presi in considerazione, il portafoglio delle famiglie italiane, senza subire contrazioni nelle disponibilità (+0,29%), ha visto cambiare – in alcuni casi di molto – le scelte di consumo. “Un bilancio dei conti familiari su cui incombe il possibile aumento dell’Iva” scrive il quotidiano economico, che calcola intorno ai 538 euro l’anno il peso eventuale di un aumento dell’aliquota per famiglia.

“Il budget 2018 non non si discosta molto da quello degli ultimi anni, ma se confrontato a valori costanti con la spesa del 2001 risulta in calo del 7 per cento” premette l’articolo, in cui viene specificato che il paniere di spesa, preso in considerazione tiene conto di ben 274 voci, suddivisi in 12 ambiti di consumo.

Tra affitti, rate di mutuo, e bollette, un terzo della spesa mensile (920 euro) viene assorbita dall’abitazione.  Il 17,9% del budget, poi, viene speso nel reparto alimentare e bevande analcoliche (in media 462 euro al mese).

A lievitare negli ultimi anni è soprattutto la spesa media delle famiglie per l’istruzione (+33%) – specialmente quella universitaria – anche se si tratta di appena 16 euro al mese. Seguita dai costi sostenuti in media per i servizi ricettivi e la ristorazione: in questo ambito l’Istat stima 130,4 euro spesi in media ogni mese nel 2018, in crescita dal 12,8% rispetto al 2014″.

In crescita anche la spesa delle famiglie per le vacanze: “l’effetto Airbnb fa impennare i “servizi di alloggio” (+157%), ma cresce del 13% anche la spesa nel settore alberghiero; in calo, invece, il budget investito in villaggi vacanze, campeggi e ostelli”.

Le famiglie italiane non rinunciano, infine, all’uso dell’automobile (“Nei trasporti si spendono in media 292 euro al mese. Mentre risultano in calo le spese su metropolitane, tram e autobus”) né al parrucchiere o ai trattamenti di bellezza dall’estetista (rispettivamente 25 euro al mese per le donne e 7,9 euro, in crescita dello 0,6 e del 24%). Si spende meno invece (-2,6%) per cinema, teatri e concerti (6 euro al mese).