Economia

Pil Italia: 2021 boom, ma c’è ancora spazio per crescere

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Il 2021 sarà un anno in forte ripresa per il Pil dell’Italia, dopo il crollo del 2020 causato dalla chiusura delle attività economiche causate dalla pandemia da COVID 19. Stime del governo alla mano, la crescita dovrebbe attestarsi al 6,1%.

“Decimale più o decimale meno, un risultato straordinario che non vedevamo da due decenni” sottolineano da Mazziero Research, secondo cui tuttavia non mancano incognite.

Tre in particolare, secondo gli esperti, i fattori da cui dipenderà il valore finale. Il primo, la conferma dall’Istat in seconda lettura del progresso del terzo trimestre al 2,6%.

“Se questo passasse al 2,8% si raggiungerebbe il 6,2% annuo anche con una variazione nulla del quarto trimestre”.

Il secondo aspetto riguarda l’evoluzione della pandemia.

“Anche in presenza di un green pass rafforzato, potrebbe costringere a limitazioni di movimento come già visti nel passato (coprifuoco oltre una certa ora, spostamenti solo per casi di necessità quali cure mediche e spesa alimentare)”.

Il terzo fattore è legato al continuo aumento dei prezzi che, “in una condizione di salari stabili, potrebbe indebolire la fiducia dei consumatori e i relativi acquisti, in particolar modo durante le festività natalizie”.

Insomma, il rischio che alla fine dell’anno ci si ritrovi con un Pil leggermente più basso delle stime non è escluso.

Attualmente non escludiamo una possibile revisione al ribasso di qualche decimale della stima annua al 6,1%, ma se allarghiamo il nostro orizzonte d’osservazione possiamo constatare che l’attuale PIL trimestrale dell’Italia non ha ancora raggiunto i valori precedenti alla pandemia (si veda grafico sotto)Questo ci fa ben sperare perché un recupero a pieno ritmo di tutte le attività unito ai progetti di sviluppo del PNRR darebbero un nuovo impulso al PIL. In definitiva, c’è ancora spazio per crescere”.

L’economia italiana appare ben posizionata anche rispetto al resto d’Europa.

“Nel confronto della ripresa post-pandemia fra Paesi europei l’Italia appare ben posizionata (linea blu, grafico sotto): quasi al medesimo livello della Germania, che ha visto un calo minore nella fase acuta, poco sotto la Francia, appena sopra il Regno Unito e ben al di sopra della Spagna” spiegano da Mazziero, “Il valore raggiunto pari a 98,6, considerato il valore di partenza di 100, conferma ancora una volta come ci si trovi di circa un punto e mezzo al di sotto dei livelli pre-pandemici e come questi possano facilmente essere raggiunti e sorpassati una volta che l’economia sarà pienamente tornata a regime, probabilmente nel primo semestre del 2022”. Coronavirus, permettendo.