Economia

PIL: Istat, nel 2009 la discesa più marcata è nel Nord-ovest

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(Teleborsa) – Il Nord-ovest è la ripartizione geografica dove la crisi economica si fa sentire di più. Lo rende noto la stima dell’Istat sulla dinamica economica a livello delle grandi aree geografiche del paese (Nord-ovest,Nord-est, Centro e Mezzogiorno). Alla flessione del Pil (-6,1%) contribuiscono in egual misura quelle delle unità di lavoro (-3,1%) e della produttività del lavoro (-3,1%). A livello settoriale la caduta del Pil è da attribuire in larga parte alla marcata discesa del valore aggiunto del comparto industriale (-15,0 per cento), non compensata dalla performance del settore terziario e di quello agricolo, anch’essi in calo (rispettivamente del 2,8 e dello 0,6 per cento). Leggermente meno negativo è il risultato del Nord-est, dove il Pil diminuisce del 5,6 per cento, le unità di lavoro del 2,5 e la produttività del 3,2 per cento. Anche in questo caso è il settore industriale a segnare la caduta più marcata del valore aggiunto (-13,5 per cento); il comparto agricolo fornisce un apporto positivo (+0,5 per cento), mentre i servizi registrano una contrazione in linea con il dato nazionale (-2,6 per cento). Il Centro è la ripartizione geografica meno colpita dalla recessione: il Pil diminuisce del 3,9 per cento, le unità di lavoro dell’1,8 e la produttività del lavoro del 2,2 per cento. Il settore agricolo fa registrare un calo del valore aggiunto del 7,3 per cento, più sostenuto rispetto alla media nazionale (pari a -3,1 per cento), mentre nell’industria e nei servizi la dinamica, pur negativa, risulta più contenuta confrontata con il dato nazionale (rispettivamente -10,4 e -2,4 per cento, contro -13,2 e -2,6 per cento). Nel Mezzogiorno la flessione del Pil è pari al 4,1 per cento, quella delle unità di lavoro al 3,0 per cento; ne consegue che la discesa della produttività del lavoro risulta più contenuta (-1,1% per cento) rispetto a quanto registrato nelle altre ripartizioni. Al risultato del Pil contribuiscono le performance negative dell’agricoltura (-4,7 per cento), dell’industria (-11,8) e dei servizi (-2,6 per cento).