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Pictet: paure recessione Usa infondate, puntare su questi asset

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NEW YORK (WSI) – Mentre cresce la paura di una recessione per l’economia statunitense (le obbligazioni high yield e i Treasury USA scontano una recessione con una probabilità di 7 su 10) e il sentiment degli investitori rimane fragile a causa dei dati economici
poco entusiasmanti non solo americani ma anche europei e giapponese, gli analisti di Pictet continuano a preferire le azioni alle obbligazioni.

“Escludiamo una fase recessiva negli Usa: il nostro scenario di riferimento prevede tuttora una crescita continua, anche se più lenta, sostenuta da un graduale miglioramento delle condizioni economiche in Cina. E sebbene la Federal Reserve rischi di provocare ulteriori turbolenze sui mercati con nuovi rialzi dei tassi, altre banche centrali, consapevoli della fragilità delle rispettive economie, opterannoprobabilmente per un allentamento monetario. Conserviamo pertanto il sovrappeso sulle azioni e il sottopeso sulle obbligazioni”

Secondo gli esperti della banca svizzera,

“begli Usa la crescita rimane vigorosa, ma ha rallentato a causa della forza del dollaro e della contrazione della domanda estera che penalizzano le esportazioni. Sulla performance dell’economia pesa anche la debolezza del settore energetico. Tuttavia, la spesa per consumi, storicamente il principale motore dell’economia statunitense, si conferma solida, come evidenziato dall’ottimo andamento delle vendite al dettaglio,
che rispecchia l’aumento del potere d’acquisto derivante dai bassi prezzi dell’energia e dall’accelerazione della
crescita salariale”.

Allo stesso tempo, gli analisti confermano la view pessimistica sul reddito fisso, confermato dal consiglio “sottopesare”. Luce verde invece per debito high yield statunitense:

“Le valutazioni in quest’ultimo segmento sono particolarmente interessanti.  Ai prezzi correnti, implicano che i tassi d’insolvenza saliranno a circa il 13%. Un tale deterioramento del merito di credito degli emittenti high yield è difficile da riconciliare con i trend positivi che prevediamo nei prossimi mesi”. 

Nei mercati valutari,

“sottopesiamo la sterlina nei confronti del dollaro USA, poiché prevediamo un ulteriore deprezzamento della valuta britannica in vista del referendum sulla Brexit. Manteniamo inoltre la posizione lunga sull’euro e corta sul dollaro in attesa di un’accelerazione della crescita economica nell’eurozona. La nostra decisione di continuare a sottopesare il biglietto verde è dettata dal quadro che emerge dai nostri indicatori tecnici e del sentiment, secondo i quali gli investitori sono troppo ottimisti sulle prospettive della divisa statunitense”.