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Piazza Affari: le grandi Ipo possono aspettare

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MILANO (WSI) – Parola d’ordine prudenza e selettività nelle quotazioni a Piazza Affari. Per le grandi Ipo difatti bisognerà aspettare il 2019. Se l’anno scorso si era chiuso con 32 Ipo per un valoore complessivo di 5,4 miliardi di euro, grazie anche al ritorno in Borsa di Pirelli, il 2018 non ha mantenuto le promesse.

Negli ultimi mesi, ricorda Il Sole 24 ore, abbiamo assistito alla marcia indietro di numerose aziende come Raibow e Itema e in stand by anche multiutility toscana Estra che punta allo Star e Compagnia Valdostana delle Acque, che fa capo alla regione Val d’Aosta tramite Finaosta. Così come Octo Telematics, che subisce le conseguenze delle  sanzioni americane alla Russia. Alla finestra anche molte società che fanno capo a Cassa Depositi e Presiti, dalla Sia, Valvitalia, fino ad Ansaldo. Rimandate al 2019 le Ipo di Eataly così anche De Cecco.

Prima dell’estate a Piazza Affari si assisterà solo ad operazioni di dimensioni ridotte come la quotazione di Sigaro Toscano, delle cliniche Garofalo e delle cliniche Maugeri e ancora l’approdo della società editoriale Il Fatto. La società editrice tra l’altro del quotidiano cartaceo diretto da Travaglio e del quotidiano online guidato da Gomez, ha annunciato infatti di avere avviato le attività propedeutiche alla quotazione su Aim Italia, il mercato di Borsa Italiana dedicato alle piccole e medie imprese.

Sarà proprio l’Aim il segmento che vede una maggiore attività nel 2018, anche per un effetto dei Pir che – secondo gli esperti a Il Sole – deve ancora riversarsi sul mercato.