Società

Piano Tremonti di rilancio: molto fumo, assolutamente niente arrosto

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Il piano l’ha elaborato Giulio Tremonti, ma a illustrarlo è stato Roberto Calderoli. E’ il piano per il rilancio dell’economia, che punta principalmente su edilizia pubblica e privata, ricerca universitaria, turismo, rinegoziazione dei mutui, nuove regole per gli appalti, una lista bianca per controllare i subappalti. In un’intervista alla Padania Calderoli parla di «riforme strutturali perchè inneschino la ripresa senza mettere mano alla cassa». Tra le novità per l’edilizia l’innalzamento della soglia da 50 a 70 anni per i vincoli storici degli immobili e niente visti della sovrintendenza se sono stati recepiti i piani ambientali. Tra le novità anche il documento unico, la carta di identità elettronica che assorbirà patente, codice fiscale, tessera sanitaria.

«Noi la diamo una boccata d’ossigeno all’economia ma non una tantum, nè in una veste di dare e avere che non è nello stile della Lega – dice Calderoli – Le riforme si fanno strutturali perchè durino e perchè inneschino la ripresa senza mettere mano alla cassa». Il piano viene definito «poderoso» e «concordato con Tremonti» per «far ripartire il Paese».

Il «rilancio per capitoli», «reimmettendo in circolazione denaro ma senza far spendere lo Stato», parte dall’edilizia privata, un «volano cruciale» per il quale verrà riproposto un «piano casa in cui lo Stato fissa i principi, poi spetta alle Regioni entrare nel merito», sulla scia del «modello Veneto». Il piano, precisa Calderoli, «guarda alla riqualificazione delle aree degradate, all’aumento delle volumetrie e ai mutamenti di sagoma, fatti salvi i vincoli», mentre per lo storico «vale il principio del silenzio assenso per il permesso di costruire». Previsto «l’innalzamento a 70 anni di età per i vincoli storici degli immobili» mentre «non ci sarà bisogno del visto della Sovrintendenza per i beni se sono stati recepiti i piani ambientali».

Sul piano pubblico individuati «capitoli sensibili» che riguardano «i limiti per le opere compensative, limiti alle varianti in corso d’opera rispetto ai costi iniziali, un limite alle riserve con un tetto massimo del 20 per cento». Introdotta anche una White List, una «lista bianca per le ditte subappaltatrici. Sapremo chi sono, avremo una tracciatura legale», spiega Calderoli, secondo il quale il «capitolo di rilancio doveva arrivare a fine anno in forma di maxiemendamento. In ogni caso si è trasformato in tavolo di lavoro nel corso del quale sono stati integrati altri aspetti che riguardano la semplificazione», come il «documento unico», la carta d’identità elettronica che «riassumerà anche il codice fiscale, la tessera sanitaria, la patente, il passaporto».

Tra le altre misure una «riduzione fiscale del 5% della spesa e una percentuale elevata di credito d’imposta» per chi investe in ricerca «attraverso le università pubbliche». Con il piano, scrive la Padania, Tremonti «cala l’asso proponendo, a costo zero», iniziative per la crescita. Il piano, secondo il giornale, «segna una accelerazione nelle politiche del governo per introdurre nuove deduzioni fiscali, per tagliare drasticamente i tempi morti della burocrazia, per creare un centro unico per i controlli fiscali». Anche se «la coperta è corta», afferma Calderoli, si possono trovare «energie alternative» per rilanciare lo sviluppo. Non è ancora stato deciso quale strumento legislativo il governo proporrà per le nuove misure: che il «poderoso piano» che illustra Calderoli si traduca in «un decreto legge o in un piano di riforma economica, poco cambia», scrive la Padania.

Questa mattina Calderoli ha rettificato due punti dell’intervista: il principio del silenzio assenso non va riferito allo storico e la deducibilità fiscale per le imprese che investono in ricerca presso l’università è del 100% e non del 5%.