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Petrolio, “tonfo non è finito”. Tra i motivi forza dollaro e boom produzione Usa

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NEW YORK (WSI) – Il drammatico tonfo dei prezzi del petrolio rischia di proseguire. E’ quanto ha detto l’Agenzia Internazionale di Energia (IEA), sottolineando che a incidere sul trend della commodity sono la debolezza della domanda, la forza del dollaro e il boom nella produzione petrolifera degli Stati Uniti.

I prezzi sono scivolati -30% circa dopo aver testato il picco dell’anno a giugno; e il contratto Brent è calato all’inizio di novembre anche sotto la soglia degli $80 al barile.

Nella sessione odierna, la commodity è scambiata attorno al minimo in quattro anni di $78, mentre si accavallano le speculazioni sull’esito del meeting a Vienna dell’Opec. I paesi esportatori di petrolio potrebbero decidere di tagliare la produzione di petrolio, al fine di porre fine al crollo dei prezzi.

Tuttavia la stessa IEA afferma che non sembra esserci un “chiaro consensus” da parte dei paesi del Golfo in particolare e, proprio per questo, prevede ulteriori ribassi dei prezzi del petrolio nei prossimi mesi, verso “il primo semestre del 2015”.

E’ vero, sottolinea l’agenzia, che nel lungo periodo si dovrebbe assistere a una correzione del trend, soprattutto visti i forti sell off; ma un ritorno sui massimi precedenti sembra improbabile, dal momento che si stanno manifestando “profondi cambiamenti strutturali nel mercato petrolifero”. Tra questi, la presenza di nuove tecnologie nell’America del Nord e una Cina che sta producendo in modo meno intensivo.

Invariate le stime rispetto al mese scorso sulla domanda globale di petrolio, attesa a 92,4 milioni di barili al giorno per il 2014 e a 93,6 milioni di barili al giorno per il 2015. Il tasso di crescita della domanda, nel 2014, dovrebbe attestarsi al minimo in cinque anni, su base annua, per poi aumentare l’anno prossimo, sulla scia della ripresa economica globale attesa. (Lna)

Fonte da cui è stato tratto l’articolo

Oil set to fall further in ‘new chapter’ for markets: IEA

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