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Petrolio, Opec+ verso taglio di 1 milione di barili al giorno

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Dopo i tagli decisi a settembre, il gruppo di produttori di petrolio che fa capo a Opec+ (l’organizzazione dei produttori di petrolio allargata ad altri membri non fondatori, Russia compresa) prenderà in considerazione la possibilità di tagliare la produzione di oltre 1 milione di barili al giorno. La decisione, secondo il Wall Street Journal, potrebbe essere presa a Vienna mercoledì 5 ottobre e se fosse confermata sarebbe il più grande ridimensionamento dall’inizio della pandemia.

Il taglio, fortemente voluto anche dalla Russia, rifletterebbe la volontà di sostenere i prezzi del greggio, a fronte di un rapido rallentamento dell’economia globale. Poiché la decisione finale sul taglio della produzione sarà oggetto di accesi dibattiti, l’Opec+ ha deciso di incontrarsi in una riunione in presenza per la prima volta dall’inizio della pandemia. Altre opzioni in esame includono una riduzione minore di 500 mila barili al giorno o fino a 1,5 milioni di barili al giorno.

Qualsiasi mossa dell’Opec+ per aumentare i prezzi del petrolio, tanto più della portata prevista, potrebbe esercitare un’ulteriore pressione sui consumatori occidentali già colpiti dagli elevati costi energetici. E allo stesso tempo aiuterebbe la Russia, uno dei maggiori produttori di energia al mondo, a riempire le sue casse statali mentre continua la guerra in Ucraina.

La reazione dei mercati

La notizia del previsto taglio ha intanto favorito un deciso rialzo delle quotazioni sui mercati delle materie prime: il barile di greggio con consegna a novembre è scambiato a 81,92 dollari con un aumento del 3,06%. Il Brent con consegna a dicembre passa di mano a 87,65 dollari con un avanzamento del 2,95%.

Ricordiamo che, i prezzi del petrolio sono aumentati quest’anno fino a sfondare quota 100 dollari al barile, rimanendo su questi livelli per alcuni mesi. Poi il calo, guidato appunto dalle attese di un rallentamento globale favorito dalla politiche monetari restrittive: il greggio Brent ha segnato nel terzo trimestre una flessone del 23%  scendendo a 87,96 dollari al barile la scorsa settimana, la flessione maggiore dal 2020.