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Petrolio in calo in attesa delle decisioni delle banche centrali

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I prezzi del petrolio hanno continuato a scendere in questo inizio di settimana a causa delle attese di nuovi rialzi dei tassi di interesse da parte delle principali banche centrali (Bce, Fed e Bank of England) e dei segnali di abbondanti esportazioni russe, che hanno compensato le crescenti tensioni in Medio Oriente a causa di un recente attacco con droni in Iran e le aspettative di un aumento della domanda cinese.

Mercoledì la Federal Reserve americana potrebbe alzare i tassi di 25 punti base, seguita il giorno successivo da possibili aumenti di 50 punti base da parte della Bank of England e della Bce. Qualsiasi deviazione da questo scenario sarebbe una sorpresa. L’analista di City Index, Fiona Cincotta, ha dichiarato:

“L’atteggiamento prudente e cauto del mercato prima delle riunioni delle banche centrali sta danneggiando gli asset ad alto rischio, tra cui il petrolio”.

Al momento della stesura di questo articolo, il petrolio Brent è sceso del 0,51%, a $85,91 al barile, mentre il greggio US West Texas Intermediate è diminuito dello 0,53%, a $79,26.

Il mercato è stato anche influenzato negativamente dalla robusta offerta russa, nonostante il divieto dell’Ue e il price cap imposto dal G7 a seguito dell’invasione dell’Ucraina. Entrambi i benchmark petroliferi hanno registrato la prima perdita settimanale su tre la scorsa settimana.

Oltre alle riunioni delle banche centrali, mercoledì ci sarà anche una riunione chiave dei ministri Opec+ che comprende l’Opec e gli alleati guidati dalla Russia. È improbabile che la riunione Opec+ modifichi la politica sulla produzione, secondo quanto dichiarato da tre delegati dell’organizzazione all’agenzia di stampa Reuters. Ole Hansen, responsabile della strategia delle materie prime presso Saxo Bank, ha dichiarato:

“La situazione attuale non è difficile come una tempesta in mare. Perché scuotere qualcosa che è stabile come è adesso?”

Il broker petrolifero PVM ha dichiarato che l’Opec+ potrebbe “sorprendere i mercati con un piccolo taglio”, ma che è improbabile che modifichi la politica.