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Perché ho abbandonato (quasi del tutto) l’azionario

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Un investitore spiega perché ha chiuso i suoi fondi indicizzati e perché ha abbandonato quasi del tutto l’azionario. Il succo della tesi dello scrittore e imprenditore Nathaniel Eliason è che ci sono molti altri posti più sicuri che garantiscono guadagni più elevati delle Borse.

Prendendo un capitale iniziale di 10 mila dollari, invece di investirlo nell’azionario, perché – suggerisce Eliason – una persona non dovrebbe invece servirsene per investire in un corso di lezione per assumere una certa padronanza di nuove capacità per diventare un imprenditore. All’inizio come prima prova si può iniziare spendendo mille dollari e vedere se funziona.

“Le prime sette volte può essere che uno fallisca, ma dalla ottava si potrebbe già avere un grande ritorno da investimento. I primi 7 mila dollari sarebbero quindi soltanto un investimento nel processo di apprendimento personale. Anche se ci vorranno uno o due anni, il ritorno da investimento sarebbe più elevato e avverrebbe molto più rapidamente rispetto all’investimento in un fondo indicizzato”.

La persona presa in esame si troverebbe inoltre in una situazione meno rischiosa dello scenario tradizionale dell’investimento classico nei mercati. Se infatti mantieni un’alta quota di liquidità e non sei nel mercato, “sei anche immune a improvvisi cali di valore. Non beneficerai nemmeno delle fasi rialziste dell’azionario, ma non ne avrai bisogno perché ti stai creando il tuo proprio mercato rialzista”.

È anche una forma più sicura di libertà finanziaria perché non devi più fare affidamento sui guadagni del mercato azionario per assicurarti una certa ricchezza. In questo modo “fai affidamento sui tuoi propri progetti e investimenti sui cui tu hai un’influenza” e non agenti esterni. L’importante, secondo Eliason, è non investire decine di migliaia di dollari in idee non comprovate e troppo azzardate.

Il consiglio di investimento tipico che danno gli imprenditori è invece quello, non di fare ‘buon uso dei propri soldi e beni’, bensì di scommettere in Borsa. Nel bestseller Antifragile, il guru della finanza Nassim Nicholas Taleb consiglia di investire solo il 10% nell’azionario e il resto in asset liquidi “noiosi”: in questo modo si corrono rischi molto bassi, ma si hanno grandi potenzialità di intascare lauti guadagni se le Borse vanno bene.

Si potrebbe prendere il consiglio di Taleb e modificarlo in questo modo: tenere il 90% di soldi cash e il restante 10% investirlo in startup o criptovalute che si reputano maggiormente solide e con le più alte potenzialità di successo. La differenza con l’investire su corsi di apprendimento per diventare imprenditori è che in questo caso si scommette sulle capacità di altri individui e non più su se stessi. È una strategia ideale per chi non crede di essere portato o non ha la volontà di diventare imprenditore.

Mettere i propri risparmi in un conto di Wealthfront o in un fondo di Vanguard è facile, dice Eliason. “Costruire un business da zero o investire in un progetto promettente invece è difficile. Sulla carta investire nell’azionario sembra anche un percorso meno “intimidatorio”. C’è chi preferisce incolpare l’azionario se i propri investimenti non vanno come sperato, anziché incolpare se stessi per gli scarsi risultati della propria attività imprenditoriale.

L’ultimo grande problema riguarda la somma da investire: nell’azionario è facile farlo a prescindere dal denaro a disposizione, mentre per i propri progetti dipende dai casi. “Devi essere sempre attento alle opportunità che si vengono a create e essere in grado di continuare a credere e investire in te stesso e altri, per poter realmente ottenere ritorni da investimento in questo mondo”. Ma il fatto che sia più complicato non significa che non può essere fatto. Bisogna solo continuare a guardarsi attorno in cerca delle migliori opportunità.

E sicuramente è più divertente investire in se stessi e nel proprio lavoro. Se l’idea vi stuzzica, “vale la pena prendere in considerazione l’idea di liquidare i conti di investimento che avete aperti e iniziare a investire in voi stessi”. O almeno iniziare con una piccola somma e vedere come va.

Eliason l’ha fatto: ha chiuso tutte le posizioni aperte nei fondi indicizzati prima di scrivere l’articolo pubblicato sul suo blog: “Mi spiace Wealthfront. Non intendo investire più un solo dollaro nei mercati finanziari“.