Economia

Per evitare di fare fine Spagna, Italia rifiuta di creare bad bank

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Roma – I funzionari del Tesoro hanno respinto la proposta avanzata da un team di consulenti circa la creazione di una cosidetta ‘bad bank’, da utilizzare come contenitore di asset a rischio insolvenza. Obiettivo: liberare di un peso gli istituti di credito nazionali, in particolare quelli piu’ vulnerabili alla crisi del debito e al credit crunch.

Almeno tre consulenti per la ristrutturazione del debito hanno consigliato all’amministrzione italiana di creare una ‘bad bank’ che il paese potrebbe rifinanziare a piacimento, senza bisogno di ricorrere ad aiuti esterni.

Lo riporta Bloomberg, che cita piu’ fonti che hanno chiesto di restare anonime, perche’ i colloqui sono riservati.

La nuova struttura potrebbe tenere in pancia 30-100 miliardi di euro di asset cosiddetti ‘tossici’ o a rischio insolvenza, mentre i creditori in cambio riceverebbero bond governativi.

Ma l’Italia non ha accolto le proposte e al momento non c’e’ un piano per creare una bad bank, perche’ le condizioni creditizie in deterioramento sono in linea con le attese. I rappresentanti del Tesoro non hanno voluto rilasciare un commento.

La bad bank e’ uno strumento che il governo puo’ utlizzare per alimentare la ripresa dell’economia, aiutando le banche piu’ piccole a ottenere finanziamenti facilmente, consentendo loro di aumentare il regime delle attivita’ di credito.

Alleggerire tale carico ha pero’ un costo: stringere i lacci tra il debito del governo e della banca. Cio’ siginifica che il debito sovrano italiano e’ ancora considerato ‘un porto non sicuro’.

“L’ultima cosa di cui l’Italia ha bisogno ora e’ di un ulteriore rafforzamento dei legami tra il debito delle banche e quello del governo”, dice Nicholas Spiro, managing director di Spiro Sovereign Strategy. “Il debito e’ una classe di asset piu’ sicura ora rispetto a un anno fa, ma l’Italia non e’ certamente ancora fuori dal tunnel e deve tentare di distanziarsi il piu’ possibile dalla Spagna“.