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Pensioni: part time agevolato, ecco quanto prenderete con l’assegno

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ROMA (WSI) – Introdotto dalla Legge di Stabilità 2016, il part time agevolato sarà molto vantaggioso per i lavoratori che sono vicini alla pensione ma non per le azione che dovranno pagare una quota in più rispetto alle ore lavorate.

Ad affermarlo i Consulenti del lavoro con la circolare n. 7 del 2016 con cui esaminano tutti gli aspetti e la disciplina del nuovo part time agevolato, lo strumento che riconosce ai lavoratori dipendenti del settore privato, assunti con contratto a tempo indeterminato a tempo pieno e prossimi al pensionamento di vecchiaia, la possibilità di trasformare il loro rapporto di lavoro a tempo parziale con una riduzione dell’orario compresa tra il 40% e il 60%. Un incentivo che viene attuato dopo la firma del 13 aprile scorso da parte del Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, del decreto interministeriale attuativo per il “part-time agevolato”.

Passando al part time agevolato per il lavoratore non ci sarà alcuna penalizzazione poichè sul fronte dell’assegno pensionistico, per il periodo di part time agevolato è assicurata la contribuzione figurativa nel limite per il 2016 di 60 milioni di spesa.

“Il lavoratore a fronte della riduzione dell’orario di lavoro, pur riducendosi la retribuzione, ha un netto proporzionalmente superiore al passato (per effetto della contribuzione versata in busta paga) e inoltre non subisce conseguenze negative sul versante pensionistico (per effetto dell’accredito della contribuzione figurativa e della neutralizzazione delle retribuzioni)”.

Ma a fare due conti sui vantaggi reali del nuovo strumento la Fondazione studi dei consulenti del lavoro. Secondo i calcoli effettuati dai Consulenti del lavoro su classi di retribuzioni annue lorde che vanno dai 25.000 ai 43.000 euro, un lavoratore vicino alla pensione e in possesso dei requisiti previsti dalla normativa, firmando un contratto di part time agevolato al 40% delle ore –ossia 16 a settimana a fronte delle 40 dell’orario intero – avrà in busta paga il 72% della retribuzione mentre dal canto suo l’impresa avrà una riduzione del costo del lavoro del 49% a fronte di una riduzione dell’orario del 60%.

Se il lavoratore sigla un contratto al 50% la retribuzione in busta paga sarà del 78% mentre l’impresa ha una riduzione del costo del lavoro del 41%. Per quel lavoratore che invece ha un contratto al 60% – circa 24 ore su 40 alla settimana – la retribuzione in busta paga sarà dell’84% e per l’impresa la riduzione del costo del lavoro sarà del 33%. Ciò è possibile perchè il decreto prevede che il datore di lavoro paghi in busta paga esentasse la contribuzione per le ore non lavorate.