(9Colonne) – Roma, 3 apr – “Coloro che più di tutti sono toccati dalla riforma, e cioè le generazioni future, non siedono al tavolo delle trattative. Dopo ripetute richieste, i rappresentanti dei giovani sono stati formalmente ricevuti dai ministri Padoa Schioppa e Damiano, ma non potranno partecipare alla trattativa. Chi tutela gli interessi dei giovani al tavolo? Non certo i sindacati, i cui iscritti sono per la stragrande maggioranza pensionati o lavoratori anziani vicini all’età della pensione. E neanche un governo con orizzonti lunghi fino al prossimo voto del Senato”. E’ quanto scrivono, a proposito di riforma delle pensioni, gli economisti Tito Boeri e Guido Tabellini in un articolo che appare su “la voce. info”. Molti pensano – aggiungono Boeri e Tabellini – che non vi siano alternative alle trattative semi-segrete con i vertici sindacali. “Ma è davvero così? È vero che non ci sono alternative alle riunioni clandestine, da carbonari, alle trattative riservate con i sindacati, e che discutere apertamente dei dettagli delle riforme o fare uno sforzo per informare i cittadini sarebbe controproducente? I risultati di ripetuti sondaggi presso l’opinione pubblica italiana e di altri paesi europei suggeriscono un quadro ben diverso”. I due economisti citano gli esiti di un sondaggio da loro stessi organizzato via Internet e giungono a questa conclusione: “Uno sforzo per informare i cittadini, e una maggiore trasparenza nel dibattito sulle alternative in discussione, potrebbero avere un effetto ben maggiore. Soprattutto se venisse da parte del sindacato, cui ovviamente i lavoratori si rivolgono prioritariamente per acquisire informazioni sulla loro previdenza. Il sindacato oggi non sta affatto svolgendo questa funzione: solo poco più del 10 per cento degli intervistati, ad esempio, dichiara di aver ricevuto informazioni sul dirottamento del Tfr ai fondi pensione dal sindacato”. In conclusione, “anziché sedersi in riunioni semi-segrete con chi rappresenta i pensionati, il governo e i suoi ministri dovrebbero impegnarsi in una massiccia campagna per informare tutti i cittadini dei dettagli del nostro sistema pensionistico, delle iniquità perpetrate a danno delle generazioni future, dei costi sui contribuenti di oggi e di domani, e degli strumenti possibili per porvi rimedio”.
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