Economia

Pensioni, dopo mesi di stallo si torna a parlare di Quota 41

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Dopo mesi di silenzio, si torna a parlare di pensioni. Con la Lega che spinge per far scattare già dall’inizio del prossimo anno, quando si sarà esaurita Quota 102, la cosiddetta Quota 41.

“Dal primo gennaio torna la Fornero (pensionamento a 67 anni ndr) se non si fa nulla, noi stiamo lavorano a quota 41. Draghi è molto attento ai dossier, la pace fiscale rischia di massacrare gli italiani. Mi domando quando si entrerà nel tema della pace fiscale. Che il governo non si sia ancora occupato del tema mi stupisce” ha detto nelle ultime ore il leader della Lega Matteo Salvini.

Quota 102, l’anticipo pensionistico introdotto dall’Esecutivo di Mario Draghi per sostituire Quota 100 dà il diritto alla pensione anticipata al raggiungimento, entro il 31 dicembre 2022, a chi ha un’età anagrafica di almeno 64 anni e un’anzianità contributiva minima di 38 anni.

Che cos’è Quota 41

Ma che cosa prevede Quota 41? Si tratta in pratica di un piano di pensionamento che prevede la possibilità di uscita per tutti al raggiungimento del quarantunesimo anno di contribuzione a prescindere dalla soglia anagrafica. Un’opzione che è attualmente prevista solo per alcune tipologie di lavoratori, come i “precoci” e quelli impegnati in attività usuranti.

Tra le ipotesi, è la più cara per le casse dello stato: il livello di maggior spesa pensionistica è crescente: si va dai 4,3 miliardi del 2022 a 9,2 miliardi alla fine del decennio. Dunque, una riforma costosa che nell’anno di maggior costo impegna circa lo 0,4% del prodotto interno lordo. Spese ingenti, motivo per il quale il governo si è sempre mostrato piuttosto freddo di fronte a questa ipotesi, che  piace invece ai sindacati, seppure in alternativa all’ipotesi di pensionamenti attorno alla soglia dei 62 anni d’età.

Da oltre cinque anni esistono inoltre alcuni casi in cui Quota 41 è già prevista. Ovvero per i lavoratori al 31 dicembre 1995, di versamenti antecedenti al compimento del diciannovesimo anno d’età (i cosiddetti “precoci”) per almeno dodici mesi e che si trovano in una di queste condizioni:

  • chi è disoccupato e non percepisce da almeno tre mesi l’indennità di disoccupazione;
  • chi presta cure da non meno di sei mesi a un familiare entro il secondo grado, convivente con handicap grave;
  • gli invalidi civili con oltre il 74% di invalidità;
  • coloro che hanno svolto attività usurante o mansioni gravose per almeno sette anni negli ultimi dieci non meno di sei anni negli ultimi sette di attività lavorativa.

La pensione anticipata ordinaria

Attualmente è prevista la possibilità di pensione anticipata “ordinaria” per i lavoratori in possesso di almeno 42 anni e 10 mesi di versamenti e per le lavoratrici con non meno di 41 anni e 10 mesi di contributi.