Editoriali

Patrimoniale! Attenti al governo tecnico

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Ora toccherà a Mattarella dirimere la matassa. Elezioni subito o una soluzione da costruire sulla base delle forze tutt’ora presenti in parlamento? Un dato dovrebbe emergere su tutti: bisognerà fare in fretta, qualunque sia la soluzione che il Presidente deciderà di adottare. Siamo alla vigilia di un periodo di scadenze difficili da affrontare e che hanno bisogno di una guida che le gestisca. Ma vediamone le principali:

  1. Il 26 agosto: l’Italia deve presentare il proprio candidato a commissario europeo.
  2. Il 27 settembre: il governo dovrĂ  presentare la nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza.
  3.  Il 15 ottobre:​​ sarà la volta del Documento Programmatico di Bilancio.
  4. Il 30 novembre: Bruxelles esprimerà il proprio parere sul Documento Programmatico di Bilancio dell’Italia. Tre giorni prima ci saranno state  le Elezioni Regionali in Umbria, Calabria ed Emilia.

Proprio il confronto con l’Europa sui conti del Paese rappresenta l’elemento di maggior instabilità. Preoccupazioni ve n’erano già abbastanza con il governo in carica, figuriamoci ora che invece il Paese è senza guida.

Non è un caso che indici azionari e spread abbiano reagito negativamente alla crisi politica. Il problema vero si chiama stabilità.

Tuttavia, l’idea, paventata da più parti, che possa essere adottata una soluzione ponte, con la scelta di un governo tecnico potrebbe trasformarsi in un rischio tremendo per le tasche degli italiani.

Nessun politico, infatti, sarebbe tanto autolesionista da adottare una patrimoniale che risani i conti pubblici, ma un tecnico? Un tecnico non avrebbe nessuna posizione da dover difendere e quindi non avrebbe difficoltà ad attingere dai patrimoni privati per rinforzare i conti pubblici.

Del resto, debito pubblico da una parte e ricchezza privata dall’altra continuano inesorabilmente nel loro ritmo di crescita: il primo arrivando alla somma straordinaria di 2.373 mld, la seconda continuando a registrare accantonamenti soprattutto in liquidità, così come riportato dall’Abi con l’aggiornamento di giugno, che evidenzia come:

“…i depositi sono aumentati, a maggio 2019, di circa 55 mld di euro rispetto a un anno prima.…”.

Insomma, se da un lato lo Stato continua a far aumentare il suo debito, dall’altro gli italiani continuano a fare le formiche e a creare una sorta di garanzia privata eventualmente “spendibile” a favore proprio del Paese.

Moody’s, una delle più importanti agenzie di rating internazionali, nello scorso autunno aveva in qualche modo assicurato sulla tenuta dei conti italiani dichiarando e scrivendo che:

“Le famiglie italiane hanno un alto livello di ricchezza che rappresenta un’importante cuscinetto contro gli shock futuri e potrebbe rappresentare anche una fonte potenziale di finanziamento per il governo”.

 La ricchezza privata, in Italia è tra le più alte al mondo e supera abbondantemente i 10.000 mld di euro: 4.500 di attività finanziarie, il resto si tratta di valori immobiliari.

 Sulla scia di Moody’s nei mesi scorsi sono stati in molti a chiedere all’Italia di riequilibrare ricchezza privata e debito pubblico.

Prima il Fondo Monetario Internazionale, quindi l’OCSE stessa. Comunque sia, basterebbe leggere i report dell’ FMI che parlano dell’Italia con dovizia elevatissima di particolari, per comprendere quanto il nostro Paese, sia considerato un malato in osservazione, un malato, però in grado di rigenerare se stesso proprio grazie alle grande ricchezza privata.

Di seguito alcuni stralci riportati nel documento del FMI di febbraio 2019:

…I direttori hanno ritenuto che un risanamento di bilancio credibile e di alta qualità sia fondamentale per porre il debito pubblico saldamente su un percorso discendente e ridurre gli spread sovrani.

 Un governo tecnico toglierebbe le “castagne dal fuoco”, senza dover temere nulla.

Amato nel 1992? Era un tecnico.

Monti da novembre 2011 ad aprile 2013. Un altro tecnico.

Insomma, la storia della Repubblica ci insegna che tutti gli interventi “lacrime e sangue” fatti a spese dei cittadini sono stati realizzati da tecnici che a differenza dei politici non sono chiamati a rispondere all’elettorato.

Faremmo bene a preoccuparci di una possibile patrimoniale nel caso in cui nelle prossime settimane si dovessero creare le condizioni per affidare proprio ad un tecnico, anche per tempi non lunghi, la guida del Governo del Paese.

Qualcuno aveva già ipotizzato addirittura il nome Mario Draghi che, però, è ancora impegnato a chiudere il suo governatorato in BCE, per lui la crisi di governo è arrivata troppo presto. Resta, quindi, il dubbio su cosa deciderà Mattarella.

C’è anche un’altra scadenza importante da tenere in evidenza, quella relativa all’aumento pianificato dell’IVA previsto per l’inizio del 2020. 5 Stelle e Lega, concordavano sul fatto che l’aumento dell’IVA (del valore di 23 miliardi di euro)avrebbe dovuto essere evitato. Da domani chi se ne occuperĂ ? In che modo? Con quali tempistiche?

Ci ritroveremo a pagare anche quest’ulteriore onere?

Non resta che aspettare …Mattarella.

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