Società

Partite Iva, in massa vogliono abbandonare l’Inps

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ROMA (WSI) – Sono tanti gli iscritti alle Partite Iva che dopo la riforma Fornero e l’ultima legge stabilità si sono dati alla fuga dalla gestione separata dell’Inps, in cerca di nuovi lidi più benevoli per le proprie tasche.

Con la nuova finanziaria si potrà accedere al regime agevolato dei minimi solo con un reddito inferiore ai 15mila euro. L’aliquota unica è salita poi dal 5% al 15%.

Per effetto della Legge Fornero dal 2015 al 2018 l’aliquota sui contributi versati alla gestione separata dell’Inps salirà per tutti prima al 29%, e poi al 33%, con un ulteriore aumento della pressione fiscale sui lavoratori autonomi.

Da ex ministro del Lavoro sotto Monti, Elsa Fornero ha messo in piedi una serie di norme per combattere il fenomeno diffuso in Italia delle false partite Iva. Ma spesso i lavoratori non hanno scelta e non denunciano la loro situazione ai limiti della legalità, perché sono loro i primi ad accettare un impiego come free lance.

Visto il fardello fiscale che pesa come un macigno, tra gli indipendenti in tanti stanno pensando di emigrare verso altre casse dell’istituto, più favorevoli – come quelle dei commercianti e degli artigiani – o abbandonarlo completamente, per chi può permetterselo.

Ora ci sono anche corsi che insegnano come fare. Acta, una delle associazioni più rappresentative, ha organizzato un vero e proprio workshop, che si terrà a Milano (ma anche in streaming, per chi non potrà esserci fisicamente), il 21 gennaio. Il titolo del seminario è esplicito: “Vuoi fuggire dalla gestione separata?”.

La domanda suonerà molto familiare ai 300 mila freelance iscritti alla cassa più giovane dell’Inps”, scrive L’Espresso, che parla di “un esercito che conta circa 1,3 milioni di lavoratori in Italia: non dipendenti o pensionati che fanno un secondo lavoro, né cococò o cocoprò che spesso mascherano un rapporto subordinato”.

Fonte: L’Espresso