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Parte male la settimana delle Borse mondiali. Dopo il crollo della scorsa settimana, la nuova ottava si apre sotto il segno delle vendite con la Borsa di Tokyo che lascia sul terreno il 7%. Si prospetta un avvio pesante anche Wall Street. In profondo rosso anche Piazza Affari e il resto delle Borse europee.
Ancora una volta a pesare è la guerra commerciale lanciata dal presidente Usa Donald Trump e la sua inflessibilità sui nuovi dazi, paragonati a “una cura” destinata a curare i mali dell’economia americana.
“A volte è necessario assumere farmaci per curarsi”, ha detto nel fine settimana l’inquilino della Casa Bianca, parlando con i giornalisti. Trump ha poi aggiunto di non essere in grado di dire cosa succederà ai mercati. Ma in ogni caso “il nostro Paese è molto più forte”:
Cosa attendersi da Wall Street
Si prospetta un avvio di seduta pesante per la Borsa americana: in mattinata, i futures sul Dow Jones segnano un calo di di 1.033 punti, pari al – 2,68%, facendo presagire un’altra sessione in rosso. In perdita anche i futures dell’S&P 500 (- 3,34%) e del Nasdaq-100 (-4,26%).
La scorsa settimana il Dow ha registrato per la prima volta nella storia una serie di perdite di oltre 1.500 punti, compreso il crollo di 2.231 punti di venerdì. L’S&P 500 è sceso del 6% venerdì, segnando la peggiore performance dallo scoppio della pandemia nel marzo 2020. Il benchmark ha perso il 10% in due giorni, portandosi a oltre il 17% al di sotto del record di febbraio, pericolosamente vicino a un mercato orso del 20%. Il Nasdaq Composite è entrato in un mercato orso venerdì – con un calo del 22% rispetto al suo record – dopo le perdite di giovedì e venerdì di quasi il 6% a testa.
Asia a picco
Il Nikkei a Tokyo, dopo il 9% mandato in fumo la scorsa settimana, cede un altro 7,82%, pur risalendo a 31.746,49 punti dai minimi di giornata, e si attesta intorno alla fase di contrazione nel 2025 in rapporto al -20% circa segnato dal picco di gennaio.
Perde un decimo del suo valore Hong Kong (-10,7%, a 20.405,96 punti), con i titoli bancari e tecnologici (-13,95% l’Hang Seng Tech) sotto forte pressione.Shanghai perde il 6,34% (a 3.130,17 punti) e Shenzhen l’8,74% (a 1.818,16 punti). Pesante a Taipei il Taiex (-9,71% a 19.229,43 punti). L’indice Kospi di Seul cede quasi il 5%. Male anche la Borsa di Mumbai (-3,5%) e di Singapore (-8,12%).
Giù anche il Bitcoin
Le criptovalute hanno cancellato quasi tutti i guadagni dalla vittoria elettorale di Donald Trump: a capitalizzazione di mercato è scesa di circa il 10% a 2,54 trilioni di dollari, secondo i dati di CoinGecko. Nella notte, segnala Bloomberg, il Bitcoin ha perso oltre il 7% a Londra, raggiungendo un minimo di 77.000 dollari e ora perde ancora a 76.837 dollari (-2,5%). Ethereum è crollato a 1.521 dollari, minimo infragiornaliero che non si vedeva dall’ottobre 2023, e ora è trattato a 1,543 dollari (-1,95%).
In rosso anche il petrolio
Non accenna a fermarsi la flessione del prezzo del petrolio sui timori di un indebolimento della domanda globale, causata da una crescente guerra commerciale. In mattinata, il Wti maggio scende del 2,77% a 60,27 dollari al barile, mentre il Brent scadenza giugno cede il 2,53% a 63,92 dollari.
Ritraccia dai massimi storici toccati nei giorni scorsi l’oro: il contratto spot cede lo 0,24% a 3.030 dollari l’oncia, mentre il contratto future sale dello 0,32% a 3.044 dollari. Sul valutario, dollaro ancora debole nei confronti dell’euro, con il cambio euro/dollaro a 1,1009.
Cosa dicono gli analisti
Dal punto di vista tecnico, David Pascucci, analista dei mercati per XTB, scrive in una nota:
I mercati sono ancora fortemente ribassisti ma ci troviamo al contempo su dei livelli molto importanti nel lungo periodo dai quali non possiamo assolutamente escludere reazioni positive di rimbalzo. Al momento non vediamo alcuna avvisaglia tecnica, essendo ad inizio settimana. Intanto il Nikkei crolla sotto i minimi di agosto scorso, andando cosí a toccare di nuovo i livelli visti ad ottobre del 2023. I forti ribassi attuali, se visti in ottica mensile, sono preoccupanti per il trend di lungo periodo e aprono la lettura del bear market, ossia un mercato ribassista della durata di almeno 12 mesi a partire dai massimi. Ad esasperare questa lettura abbiamo la condizione macroeconomica che di fatto non aiuta nello scenario di un ipotetico recupero, pertanto bisgnerá fare attenzione alla volatilitá nel breve e alle dinamiche settimanali, fondamentali per identificare il vero comportamento del mercato per i prossimi mesi.
Commentando il lancio della politica tariffaria del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, l’investitore miliardario Bill Ackman ha dichiarato che l’America si sta dirigendo verso un “inverno nucleare economico” autoinflitto.
“Imponendo tariffe massicce e sproporzionate sia ai nostri amici che ai nostri nemici e lanciando così una guerra economica globale contro tutto il mondo in una volta sola, stiamo distruggendo la fiducia nel nostro Paese come partner commerciale”, ha scritto Ackman, che aveva appoggiato Trump durante le elezioni, sulla piattaforma di social media X.
Nel frattempo, gli economisti di Goldman Sachs hanno abbassato le prospettive di crescita degli Stati Uniti per il 2025 allo 0,5% dall’1% e vedono ora una probabilità di recessione del 45% nel prossimo anno, dal precedente 35%. Una previsione che presuppongono che Trump rinvii almeno una parte dei dazi previsti che dovrebbero entrare in vigore il 9 aprile. Se non lo farà, proseguono gli analisti, “ci aspettiamo di cambiare la nostra previsione in una recessione”, operazione già fatta nelle ultime settimane La banca ha sottolineato “un forte inasprimento delle condizioni finanziarie, il boicottaggio dei consumatori stranieri e un continuo aumento dell’incertezza politica che probabilmente deprimerà la spesa in conto capitale più di quanto avevamo ipotizzato in precedenza”.