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PARMACRACK: TANZI PARLA AI GIUDICI PER QUASI 5 ORE

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Ancora sotto torchio. Si è concluso in serata dopo più di quattro ore e mezza il terzo, e secondo in due giorni consecutivi, interrogatorio di Calisto Tanzi, l’ex presidente di Parmalat ormai da un mese nel carcere milanese di San Vittore per il crac dell’azienda di Collecchio.

A fare domande a Tanzi ha cominciato il pm Francesco Greco che é poi stato raggiunto dai colleghi Eugenio Fusco e Carlo Nocerino, tutti della Procura Milanese. Procura dove oggi le denunce dei risparmiatori rimasti a mani vuote sono salite a ben 50 mila.

Procede così a più riprese la ricostruzione davanti ai magistrati dei rapporti tra l’azienda e “quel fronte esterno”, fatto di banche, finanziarie, agenzie di rating che possono aver concorso a creare il castello di falsi scoperto dagli inquirenti poco più di un mese fa. Non solo: in questi interrogatori, che sono stati secretati dai pm, il Cavalier Calisto, ormai in piena collaborazione con gli inquirenti, avrebbe continuato a chiarire nei dettagli i “favori” fatti al mondo politico e imprenditoriale a cui faceva riferimento.

Una ricostruzione che è cominciata venerdì scorso, quando Tanzi venne interrogato mentre era ricoverato all’ospedale Fatebenefratelli di Milano per un lieve malore, ed era continuata anche ieri, giorno in cui quasi in contemporanea il pm Eugenio Fusco ha interrogato il figlio Stefano: anche i verbali della versione dei fatti resa dall’ex presidente di Parma Calcio è stata secretata.

Le sue dichiarazioni sono state ritenute dagli investigatori “rilevanti”, e non è escluso che oggi, quasi come una sorta di confronto a distanza, siano state sottoposte al padre. Oggi gli investigatori, oltre a dover trovare i riscontri a quanto affermato da Calisto Tanzi, hanno continuato ad analizzare le carte sequestrate durante le perquisizioni dei giorni scorsi in particolare a Nextra, Morgan Stanley, Deutsche Bank, per capire quali informazioni avessero ricevuto da Parmalat e quali informazioni avessero invece dato al mercato.

Secondo indiscrezioni, i magistrati milanesi (che hanno interrogato oltre a Calisto Tanzi e al figlio, i due ex direttori finanziari Fausto Tonna e Luciano Del Soldato, i due ex contabili Gianfranco Bocchi e Claudio Pessina), dovrebbero inoltre convocare tutte le altre persone indagate in vista di una possibile richiesta di rito immediato che riguarderebbe il solo reato di aggiotaggio.

Intanto dai verbali dell’interrogatorio reso da Tonna il 16 gennaio scorso ai pm di Parma emergono nuove accuse nei confronti di Alberto Ferraris, l’unico degli ex direttori finanziari a non essere finito in carcere: “Quando ha assunto l’incarico di direttore finanziario – ha detto Tonna – ha avuto un colloquio con me. Era la fine del marzo 2003: in questo colloquio gli riferivo che non c’erano liquidità all’interno del gruppo.
Non mi ricordo di avergli detto che non c’era nulla sul conto della Bank of America, anzi ora che ci penso credo di averglielo proprio detto”.

Fausto Tonna, sottolineando che Ferraris “era perfettamente a conoscenza sin dall’inizio del suo incarico della situazione del gruppo”, ha poi ricordato un episodio: “Ferraris, Del Soldato, Stefano e Calisto Tanzi fecero una presentazione alla Borsa di Milano, allargata a una platea molto vasta di investitori e banche, durante la quale Ferraris a specifica domanda ‘ma lei ha controllato se c’era la liquidità?’ rispose ‘certo che c’é la liquidità altrimenti non avrei accettatò.

Questo discorso – ha precisato Tonna – avveniva dopo che gli avevo detto che la liquidità non c’era. Quanto ai rapporti fra Tanzi e gli uomini della Guardia di Finanza in occasione di accertamenti fiscali sull’azienda, riferiti da Tonna nell’interrogatorio di 11 giorni fa, va registrata la presa di posizione delle Fiamme Gialle, che attraverso il loro portavoce, col. Ricozzi, hanno sottolineato che “nell’accertamento delle responsabilità personali la Gdf, com’é nella sua tradizione, procederà con obiettività e rigore nel pieno rispetto delle regole”.

“Se saranno accertate responsabilità di appartenenti al Corpo – ha affermato l’addetto stampa della Gdf – la prima ad esserne informata sarà la magistratura inquirente, e, nei modi e nei termini in cui verremo autorizzati, sarà data completa informazione all’opinione pubblica affinché non rimanga alcun dubbio sulla correttezza dell’operato della Guardia di finanza”.