Società

PAGHIAMO
IL COSTO SOCIALE
DEL PARMACRACK

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“Stiamo risentendo del costo sociale di quello che è accaduto a Parmalat”. Lo ha detto il patron di Tiscali, Renato Soru, in merito alle recenti speculazioni di Borsa che un paio di settimane fa hanno spinto l’azienda a presentare denuncia per aggiotaggio contro ignoti.

“Il costo sociale di Parmalat forse non lo abbiamo ancora capito – ha detto Soru – all’interno di un disastro c’é sempre qualcuno che si può arricchire. Come dopo un bombardamento – ha aggiunto – c’é sempre qualcuno che si arricchisce, così dopo Parmalat, che è stata come un disastro, qualcuno ha cercato di arricchirsi. In questo caso, qualcuno che ha usato la propria intelligenza in modo sbagliato”.

Soru, che non ha fornito dettagli sugli sviluppi della denuncia contro ignoti per aggiotaggio presentata il 23 gennaio, ha escluso che tali voci si possano in qualche modo ricondurre alla propria persona e all’impegno politico. “Non credo”, ha detto. Tiscali, si è appreso intanto nel corso dell’incontro con la stampa, ha già avviato da alcune settimane i contatti con le agenzie Standard & Poor’s e Moody’s per ottenere un rating alle proprie obbligazioni. L’incarico non è stato ancora formalizzato.

La società è presente nel mercato dei bond con 80,3 milioni di euro in scadenza nel luglio del 2004, 250 milioni in scadenza a metà del 2005. Nel 2006 giungono a maturazione altri 209,5 milioni di euro, ma si tratta di bond convertibili che la società può decidere di rimborsare in azioni. “Non escludiamo” di ricorrere all’emissione di nuovi bond, ha spiegato Soru. “Forse non siamo stati abilissimi nella comunicazione – ha aggiunto poi Soru – si trascina l’idea di una Tiscali che fa free Internet, ma Tiscali è una società Internet e oggi la crescita di Internet è nell’Adsl”.

La società ha chiuso il quarto trimestre 2004 con perdite anteimposte per 141,1 milioni di euro, a fronte delle perdite per 83 milioni di euro del quarto trimestre 2003. A livello annuale, ha spiegato il direttore finanziario Massimo Cristofori, la perdita del 2003 di 301,1 milioni di euro si raffronta al dato negativo per 726 milioni di euro dell’anno precedente. L’azienda ha dato anche alcune indicazioni sulle linee guida dei prossimi due o tre anni, anche se un piano strategico vero e proprio verrà poi presentato nel corso dell’anno.

L’intenzione é di crescere soprattutto nell’Adsl, portando i ricavi dagli 1,2 miliardi di euro previsti per il 2004 a oltre 1,6 miliardi del 2005 e sopra i 2 miliardi del 2006. A livello di margini operativi lordi, si va da un tasso dell’11% sui ricavi previsto a fine 2004 (8% nel 2003), al 16% del 2005 sino al 20% nel 2006.

In merito ai rumor che hanno portato l’azienda a rivolgersi alla Procura di Milano, il 16 gennaio scorso sul mercato circolarono i rumor più diversi sulla società internet cagliaritana, puntando l’attenzione ora sulle presunte difficoltà finanziarie, ora sulle ipotetiche riserve dei revisori della Deloitte al bilancio 2003 (“non ci stiamo pensando” a modificare la società di auditing, ha precisato oggi Soru).

All’indomani la società smentì altre voci su impedimenti nei pagamenti degli stipendi o ai fornitori e su un’ingiunzione di pagamento di un debito per alcune centinaia di milioni di euro alla Telecom, che secondo la ricostruzione di Tiscali è piuttosto un cliente, e non un creditore.