di François Rimeu (La Française AM)

Un compito difficile attende Mario Draghi

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Mario Draghi ha accettato la richiesta del Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella di formare un governo e ora deve intraprendere le consultazioni con i leader delle diverse forze politiche. L’incognita, ovviamente, è se questo cambierà qualcosa per l’Italia, sia in termini di stabilità politica che di sviluppi futuri per l’economia.

Non sarà facile mettere insieme una nuova coalizione, anche per un personaggio rispettato come Mario Draghi. La Lega e gli alleati di destra non hanno interesse ad aiutarlo, e Matteo Salvini ha dichiarato di preferire le elezioni.
Il Movimento 5 Stelle accetterà di collaborare? Questo partito ha perso molta popolarità dall’esordio del primo governo Conte nel 2018 e quindi è possibile che accetti, ma la coalizione non sarà comunque molto stabile.

Infine, la coalizione dovrà fare affidamento sul sostegno di una variegata compagine di partiti minori e nel migliore dei casi potrà contare su una maggioranza parlamentare ridotta. In conclusione, sarà la stessa coalizione che ha sostenuto Conte e presto torneranno d’attualità le difficoltà sul decidere come l’Italia dovrà spendere i €209 miliardi che riceverà nei prossimi anni da parte dell’Unione Europea.

Per ottenere i primi pagamenti, all’Italia è richiesto di presentare a Bruxelles il proprio piano di “ripresa e resilienza” entro aprile, e il Paese dovrà rispettare inoltre alcuni criteri per assicurarsi le tranches successive.
Alcuni di questi parametri (ancora non interamente resi noti) si baseranno sull’implementazione di riforme strutturali come quella del sistema fiscale e di quello pensionistico – un tema che in Italia è molto controverso e potrebbe portare alla caduta della nuova coalizione.
I compiti di Draghi sono molto difficili, a voler essere ottimisti.

Dovrà usare la propria influenza per convincere i partner europei ad allentare le varie condizioni cui sono legati i prossimi esborsi e spingere per alcune riforme più indulgenti sul fronte interno. Non siamo sicuri che Draghi sarà in grado di fare veramente la differenza nel lungo termine, ma probabilmente assicurerà all’Italia una certa stabilità nel corso del 2021.