di Andrew Harmstone (Morgan Stanley IM) Senior Portfolio Manager del Global Multi-Asset team e Head of Global Balanced Risk Control (GBaR) strategy di Morgan Stanley Investment Management.

Si riparte: gli stimoli fiscali nel mondo

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Se negli ultimi mesi i mercati finanziari sono stati nervosi, gli stimoli fiscali potrebbero far ripartire l’economia internazionale in diverse regioni, riducendo il rischio di recessione nel breve periodo. Potremmo assistere a una ripresa ciclica dell’investimento in infrastrutture nella seconda metà del 2019, che continuerà nel 2020.

Cina: si ricomincia a costruire

L’obiettivo di lungo termine della Cina, che consiste nel ridurre l’indebitamento e migliorare le efficienze delle industrie, ha determinato il rallentamento dell’economia e l’aumento della disoccupazione. La situazione è stata esacerbata dalle tensioni commerciali con gli USA, che hanno portato ad alcuni segni di instabilità sociale.

Per dare una sferzata all’economia, la Cina sta avviando un duplice programma di incentivi fiscali concentrato su tagli fiscali e su progetti infrastrutturali locali finanziati con il debito statale. Questo rispecchia anche il forte impegno per la stabilizzazione dell’economia nel breve periodo.

Stati Uniti: trovare accordi con il supporto bipartisan per le infrastrutture?

In seguito a decenni di incuria, le infrastrutture statunitensi hanno un disperato bisogno di rinnovamento – non a caso, nel 2017, hanno infatti ottenuto una valutazione D+ dall’American Society of Civil Engineers. Malgrado un Congresso nettamente spaccato, un argomento in cui sembra plausibile un accordo bipartisan è proprio la spesa per infrastrutture.

Democratici e repubblicani hanno proposto importanti piani infrastrutturali, diversi nei dettagli, ma con un sostegno dell’87% dai probabili votanti dei due partiti prevediamo che a maggio entrerà in vigore una legge comune.

Europa: stimoli guidati da Italia e Germania

Con l’invecchiamento delle infrastrutture in tutto il continente, è probabile che i governi europei adottino programmi di incentivazione per circa 47 miliardi di dollari in totale.

I livelli di spesa saranno diversi da un Paese dell’Eurozona all’altro. L’Italia ha incrementato il surplus primario strutturale di 18 miliardi di euro3 e la Germania ha un’eccedenza, con ampio margine per gli stimoli. Per contro, le manifestazioni in Francia hanno indotto il governo a scartare gli aumenti delle tasse previsti, e il governo spagnolo non è riuscito a far passare il bilancio in Parlamento. Queste pressioni potrebbero determinare altre misure espansionistiche, in aggiunta al netto previsto di 47 miliardi di dollari.

Giappone: spesa in infrastrutture per compensare l’IVA

Nell’ottobre 2019 il Giappone aumenterà l’IVA dall’8% al 10% per contribuire a finanziare l’enorme incremento dei costi di previdenza sociale. L’IVA è stata aumentata per l’ultima volta nel 2014, provocando un sensibile rallentamento dell’economia giapponese, rischio che il governo cercherà di prevenire.

Per controbilanciare l’aumento dell’imposta, un bilancio record per il 2019 comprenderà 2 trilioni di yen da spendere in misure come buoni acquisto e sussidi statali per promuovere le transazioni cashless. Comprende anche circa 1 trilione di yen destinato alle opere pubbliche – essenzialmente progetti infrastrutturali.

Implicazioni: i beneficiari della spesa per infrastrutture

Per gli investitori azionari, l’esperienza della Cina e del suo recente programma di stimoli suggerisce che i settori dell’energia, delle materie prime e dei beni industriali possano trarne i maggiori vantaggi. Siamo anche positivi riguardo ai metalli industriali a causa della loro importanza per le infrastrutture.

Se nel breve periodo la debolezza dei dati economici e l’atteggiamento accomodante della Fed possono determinare un calo dei rendimenti obbligazionari, il nostro parere è che tornare a possedere obbligazioni con scadenze più lunghe in relazione al rischio rimanga poco interessante. L’appiattimento della curva dei rendimenti significa che qualsiasi segno di nuova crescita – dovuta per esempio a un significativo programma di incentivi strutturali USA – potrebbe determinare un brusco rimbalzo dei rendimenti e ritorni negativi per le obbligazioni con scadenze più lunghe rispetto ai livelli attuali. Gli stimoli fiscali porterebbero anche a pensare a una emissione di obbligazioni più consistente, che probabilmente determinerebbe un incremento dei rendimenti.

Importanti eventi di rischio potrebbero modificare la nostra prospettiva

A complicare una prospettiva generalmente positiva per le infrastrutture ci sono molteplici eventi di rischio con esito potenzialmente duplice tra cui l’Accordo commerciale USA/Cina, i dazi USA sulle importazioni di auto europee e la Brexit. Un esito negativo di questi eventi potrebbe provocare una temporanea battuta d’arresto per i mercati e affievolire la spinta per gli stimoli. Cercheremo di sfruttarli più come opportunità di acquisto che come realizzazioni di perdite su posizioni esistenti.

Lasciamo costruire i costruttori

La rinnovata focalizzazione sulle infrastrutture è una tendenza globale. È probabile che i nuovi progetti – sotto forma di strade, ponti, nodi di trasporto, sviluppo rurale e altre iniziative – minimizzino la minaccia di recessione. In effetti, pensiamo che possano far ripartire l’economia globale indirizzandola verso una significativa ripresa ciclica nel 2020.