Economia

“Oltre all’euro, c’è bisogno di altre due monete”

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Berlino – Ha fatto saltare il banco dell’Eurogruppo. Nella notte la Germania ha deciso di dire no all’accordo che avrebbe salvato la Grecia per l’ennesima volta dal baratro. Aiutare Atene a ridurre il debito, oggi al 170% del pil e in rapida ascesa, avrebbe significato troppo per Berlino: far subire ulteriori perdite ai Paesi creditori. Lunedì prossimo i ministri delle Finanze europei si riuniranno di nuovo a Bruxelles per trovare la quadra. Intanto il capo economista di Deutsche Bank, Thomas Mayer, propone la sua soluzione: riprogettare l’euro. Da subito.

Per l’esperto che ritiene sia molto probabile la dissoluzione della moneta unica è il momento di dare vita a due nuove monete virtuali che possano però operare come fossero una sola.

“Da quando l’euro è stato introdotto, tutti osservavano che la zona euro ne avrebbe beneficiato”, ricorda Mayer. “Fino a quando c’è stata disponibilità di credito è andata bene, poi quando è scoppiata la bolla, sono affiorate le prime crepe che hanno portato al focolaio che stiamo vivendo adesso”. Oggi “il ruolo della Banca centrale europea ha garantito credito a basso costo, ma i paesi più deboli della zona euro si sono resi conto che questo non è sufficiente mentre i più forti, Germania in testa, vivono nel timore che l’inflazione possa aumentare”.

Per questo anche se nessuno vede con favore la dissoluzione dell’euro per l’economista tedesco non c’è scampo. “La storia suggerisce che le valute parallele nascono quando quelle ufficiali non riescono più a soddisfare le esigenze della popolazione”. Come dire: il risultato più probabile sarà la comparsa di due nuove monete per operare insieme con l’euro, ossia la creazione di una unione monetaria a tre livelli.

Come funzionerà? Primo “i paesi del nord Europa verranno indicizzati: potranno godere dei benefici derivanti dalla riduzione dell’inflazione e convivere con le conseguenze di una rivalutazione della moneta nell’economia reale”. Secondo “ammorbidire l’euro, ossia svalutarlo, potrebbe non essere sufficiente per Grecia, Cipro e Portogallo, ossia i Paesi con elevati deficit di bilancio per questo introdurranno una loro nuova valuta. E lo stesso faranno Francia, Italia e Spagna che saranno accomunati sotto l’etichetta di paesi core”.

Solo Germania, Paesi Bassi, Finlandia, continueranno a utilizzare l’euro per effettuare qualsiasi operazione, tutti gli altri utilizzeranno l’euro come riserva di valore. E non ci saranno più problemi di sorta. Basterà aspettare l’anno prossimo – conclude Mayer – per arrivare a questo processo, esattamente “quando il collasso della Grecia non sarà più evitabile e la Troika non riuscirà più a salvarla”.