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Nuovo shock, Borsa Milano -2,81%. Mps -8%, alert Russia e Grecia

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MILANO (WSI) – Fino a sei ore fa, l’azionario europeo era in rialzo, sostenuto dal recupero dei prezzi del petrolio. Ma il dietrofront del greggio, l’incubo Grecia, l’annuncio della Banca centrale russa, hanno riportato il sentiment ribassista ovunque.

Si teme una crisi sistemica, scatenata da motivi macroeconomici e geopolitici. Ftse Mib ha chiuso in calo -2,81% a quota 18.079 punti.

Sempre peggio la situazione che vive Mosca: i sell off si sono ancora abbattuti sul rublo e la borsa, complici anche le stime della Banca centrale, che intravede il rischio di una caduta del Pil, l’anno prossimo, pari a -4,5%, nel caso in cui i prezzi del petrolio rimanessero attorno a quota $60.

E la questione è che i futures sul greggio, dopo una parentesi di rialzi, sono tornati a crollare, scontando la dichiarazione del ministro dell’Energia degli Emirati Arabi Uniti, Suhail Al-Mazrouei, che ha affermato che l’Opec ribadirà la propria decisione di non tagliare l’offerta, anche se le quotazioni del greggio dovessero scivolare fino a $40.

La conseguenza è che i futures scambiati a New York hanno ceduto -1,5% circa, sotto $57, il Brent è virato anch’esso in rosso con -0,44% a $61,58. Male tra le commodities l’oro -0,70% a $1.213,90.

L’azionario europeo misurato dall’indice Stoxx Europe 600 ha azzerato con le perdite odierne i guadagni da inizio anno, messo ko dai titoli delle società energetiche e attive nel comparto delle materie prime. Dopo essere salito al record in quasi sette anni, lo scorso 5 dicembre, ora è in perdita -0,2% circa per il 2014.

In particolare, il sottoindice dei produttori di commodities è calato per l’ottava sessione coonsecutiva, al livello minimo dal luglio del 2013.

Paradossalmente, nonostante le brutte notizie sulla liquidità del paese, l’indice ASE della Grecia è stato l’unico a guadagnare tra i 18 dell’Europa occidentale, nella seduta odierna, dopo aver perso -20% la scorsa settimana, al ritmo più forte dal 1987.

Protagonista del Ftse Mib MPS che, dopo un rialzo sostenuto dall’approvazione da parte della Bce del piano che dovrebbe dare nuova linfa ai capitali di 13 banche europee (compresa Mps), ha fatto dietrofront, con il titolo che è stato sospeso anche per eccesso di ribasso. La banca senese al centro dell’attenzione anche per un presunto interesse dei cinesi. Intanto Bnp Paribas ha confermato di non essere interessata all’istituto senese in difficoltà e alla disperata ricerca di un partner strategico. Nel finale, tonfo di MPS -8,14%.

Dietrofront anche per le azioni Carige, un’altra banca bocciata agli esami della Bce. Attenzione ai rumor. Da ricordare come in Italia siano state bocciate nove banche agli stress test. Mps necessiterebbe di €2,1 miliardi di capitali freschi.

Guardando agli altri titoli bancari scambiati sul Ftse Mib, eccezione per BPM +0,29%, BP -3,31%, Intesa SanPaolo -4,33%, Ubi Banca -3,71%, Unicredit -4,70%. Tra gli altri settori FCA +0,55%, male gli energetici per l’effetto del petrolio, con Eni -3,49%, mentre Saipem ha resistito con +0,24%. In rosso Mediaset -3,82%, Pirelli -3,72%, Stm -3,83%, Telecom Italia -1,97%. Focus sugli assicurativi, dopo che S&P ha tagliato il rating del comparto. Occhi dunque puntati su Cattolica, UnipolSai e Generali (-1,93%).

Sotto i riflettori anche Enel, dopo che l’amministratore delegato Francesco Starace ha detto che il 2014 si chiuderà con un Ebitda superiore ai 15 miliardi di euro. Titolo -2,54%, travolto dall’ondata ribassista dei mercati.

Sul versante macro, in settimana l’attenzione sarà rivolta al primo voto delle presidenziali in Grecia (mercoledì), all’Ifo sulla fiducia degli imprenditori tedeschi (giovedì). In Usa grande attesa per la riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, atteso per dopodomani, mercoledì 17.

Dal fronte economico, resi noti oggi i dati relativi ai prezzi alla produzione in Italia ed Eurozona, che sono calati, alimentando i timori di deflazione. La Bce è chiamata ad agire.

Sul mercato dei titoli di stato, ultimamente in tensione dopo l’acuirsi della crisi politica in Grecia, ritracciamento dello Spread tra Btp e Bund, che viaggia attorno a 139 punti base. Il rendimento decennale scende nuovamente sotto la soglia del 2%.

In Asia, i mercati azionari sono scesi ai minimi di nove anni. La piazza di Tokyo ha ceduto -1,57% dopo la vittoria per la verità scontata di Abe alle elezioni anticipate che il premier aveva definito un referendum contro o pro le sue politiche economiche espansive.

Sul valutario, la netta vittoria elettorale in Giappone del premier ha rafforzato lo yen, mentre in Australia il dollaro è sbandato ai minimi degli ultimi 5 anni dopo che un uomo armato, che ha esposto una bandiera islamica, ha preso in ostaggio diverse persone in un caffè di Sidney.

Riguardo all’euro +0,02% a $1,2465; dollaro/yen -0,77% a JPY 117,83. Euro/yen -0,74% a JPY 146,90.
(DaC-Lna)