(9Colonne) – Abuja, 1 ago – La causa farmaceutica statunitense Pfizer ha chiesto ieri l’annullamento del rapporto governativo sulle sperimentazioni di un nuovo farmaco effettuate dalla casa farmaceutica nello stato di Kano, in Niheria, 11 anni fa. Lo riferisce l’agenzia Misna. Il documento, redatto da una speciale Commissione governativa, è oggi alla base dei numerosi procedimenti legali (civili e penali) intentati dallo stato di Kano e dal governo federale contro il colosso farmaceutico americano. In una nota, la Pfizer fa sapere che ieri l’Alta Corte federale di Abuja, la stessa nella quale sono in corso i procedimenti penali e civili intentati dal governo federale e che prevedono un risarcimento di quasi 7 miliardi di dollari, ha accolto la richiesta avanzata dall’azienda farmaceutica di aprire un processo che possa portare all’annullamento del rapporto in questione, definito dalla Pfizer “illegale” e “inaccurato”. Secondo la causa farmaceutica, infatti, “il rapporto non è mai stato accettato dal governo federale, non è mai stato discusso in Consiglio dei Ministri, né mai pubblicato ufficialmente”; inoltre la Pfizer contesta la Commissione incaricata di redigere il rapporto perché “ha agito oltre i suoi poteri” e viziata da preconcetti. Il documento finale redatto dalla Commissione, mai pubblicato ufficialmente ma circolato finora solo in estratti, accusa la Pfizer di aver sperimentato nel 1996 per fini commerciali e in maniera incauta un nuovo medicinale su 200 bambini colpiti da meningite. Proprio sulla base di questo rapporto, negli ultimi mesi tornato a circolare in Nigeria dopo essere stato dimenticato per anni, la multinazionale Pfizer, la sua sussidiaria nigeriana e 10 dipendenti delle due aziende sono stati chiamati a rispondere di 31 capi d’accusa contenuti in quattro differenti azioni legali per un richiesta totale di risarcimenti che sfiora i 10 miliardi di dollari. Secondo i documenti dell’accusa i soggetti coinvolti nei ricorsi sperimentarono, nel 1996, su 200 bambini un nuovo farmaco, il “Trovan”. Le autorità nigeriane ritengono che i test abbiano causato la morte di quasi il 10% dei bambini e agli altri danni irreversibili: malformazioni, cecità, danni cerebrali e paralisi. L’impresa farmaceutica dal canto suo respinge tutte le accuse e ribadisce, come già fatto in passato, che le sperimentazioni del farmaco sono avvenute con il consenso delle autorità nigeriane dell’epoca.
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