Referendum, se vittoria No è netta preparatevi a un crollo di Btp e Borsa
Anche se il governo dovesse uscire sconfitto dal referendum costituzionale italiano non si dovrebbero scatenare grandi smottamenti sui mercati. Sempre che i No vincano di poco e che il voto sia frammentato.
Il managing direttore e confondatore del gestore OMFIF David Marsch ritiene, tuttavia, che se i No dovessero ottenere una vittoria con un ampio margine di vantaggio nel voto di domenica, ci sarà un crollo di azionario e Btp. Il gestore lo ha detto all’emittente Usa CNBC.
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L’apertura di Wall Street segna un calo, influenzata dagli attacchi aerei di Israele contro l’Iran. Il petrolio aumenta di prezzo, mentre il dollaro si rafforza e l’oro registra un incremento. Il presidente Trump invita l’Iran al dialogo sul nucleare. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq mostrano significative perdite, mentre il Vix indica un aumento della volatilità.
La Banca d’Italia ha stimato che l’inflazione in Italia rimarrà contenuta fino al 2027, con un tasso dell’1,5% per il 2025 e il 2026, e del 2% nel 2027. Queste previsioni sono parte delle proiezioni macroeconomiche dell’Eurosistema. Senza la componente energetica e alimentare, l’inflazione sarà all’1,8% nel 2025, scendendo all’1,6% nel biennio successivo, grazie a minori pressioni sul costo del lavoro.
Le borse cinesi hanno chiuso in ribasso a seguito dell’attacco aereo di Israele contro l’Iran, aumentando l’incertezza in Medio Oriente. L’indice Hang Seng di Hong Kong ha chiuso con un calo dello 0,59%, mentre l’indice di Shanghai è sceso dello 0,75%. I mercati avevano registrato i massimi da marzo grazie agli accordi commerciali tra USA e Cina.
La produzione industriale nell’area euro ha subito un calo del 2,4% ad aprile rispetto a marzo, con la Germania e la Francia in particolare difficoltà. In controtendenza, l’Italia ha registrato una crescita dell’1%. Questi dati, forniti da Eurostat, mostrano una variazione significativa rispetto ai mesi precedenti.