12:46 lunedì 15 Novembre 2021

Bce, Lagarde al Parlamento UE: ci vorrà più tempo del previsto, ma l’inflazione modererà il passo’

Christine Lagarde ci riprova: la numero uno della Bce cerca nuovamente di stemperare la paura di un’inflazione galoppante e duratura che possa sfuggire al suo controllo, così come al controllo delle altre banche centrali del mondo. In occasione della sua audizione al Parlamento europeo Lagarde torna ad assicurare l’area euro ricorrendo ormai a frasi fatte che qualcuno equipara da un bel po’ a un disco rotto. Nelle stesse ore, dalla Germania, arriva un chiaro appello alle banche centrali affinché si diano una mossa: l’appello viene lanciato da Christian Sewing, amministratore delegato di Deutsche Bank, la prima banca tedesca, la prima banca del paese da sempre terrorizzato dallo spettro dell’inflazione. Parlando nel corso di una conferenza sulle banche, l’AD ha chiaramente sottolineato di non condividere affatto l’assunto delle istituzioni responsabili di politica monetaria, secondo cui la natura dell’inflazione sarebbe temporanea:

“Credo che la politica monetaria debba prendere delle contromisure, meglio prima che dopo. La presunta panacea degli ultimi anni – tassi di interesse bassi in un contesto di prezzi apparentemente stabili – ha perso il suo effetto, e ora noi stiamo facendo fronte a quelli che sono gli effetti collaterali”. In poche parole – ha continuato Sewing – quanto più tempo le banche centrali falliranno nel prendere contromisure tanto più le conseguenze di questa politica monetaria ultra-accomodante diventeranno difficili da risolvere”.

L’AD di Deutsche Bank ha detto chiaramente che quanto emerge dalle conversazioni con i suoi clienti lo rende scettico riguardo a una presunta stabilità monetaria.

“Si stanno (i clienti) preparando tutti a un contesto di inflazione che rimarrà elevata per un periodo di tempo più lungo. E sappiamo cosa questo significa: significa che, se le aspettative sull’inflazione aumentano, a un certo punto anche l’inflazione sale. I partecipanti al mercato stanno anticipando un aumento dei prezzi. E questo avrà un impatto anche sulle contrattazioni dei salari”. Lagarde tuttavia va avanti per la sua strada, difendendo le decisioni e l’outlook della sua banca centrale: “Riteniamo tuttora che l’inflazione (dell’area euro) modererà il passo l’anno prossimo, ma il tempo in cui avverrà sarà più lungo rispetto a quanto inizialmente previsto – ha detto nel corso dell’audizione al Parlamento europeo.

Proseguendo: “Con la ripresa che continuerà e le strozzature della catena dell’offerta che si smorzeranno, possiamo aspettarci che le pressioni sui prezzi dei beni e servizi si normalizzeranno”. Tra l’altro, “ci sono indicazioni di un calo notevole dei prezzi energetici nel primo semestre del 2022”. Certo, “la durata dei limiti all’offerta rimane incerta ed è probabile che persista per diversi mesi, per poi rallentare in modo graduale nel corso del 2022”.

In ogni caso, ha sottolineato ancora la numero uno dell’Eurotower, “una stretta non appropriata delle condizioni di finanziamento non è desiderabile, in quanto rappresenterebbe un ostacolo non giustificato alla ripresa”. Ed “è molto improbabile che le condizioni per un rialzo dei tassi (nell’area euro) vengano centrate nel 2022”.

La cautela di Lagarde, così come anche di altri banchieri centrali, si spiega con la difficoltà delle banche centrali a sfornare previsioni attendibili di crescita in un mondo la cui crescita è ormai da due anni a questa parte nelle mani del Covid-19. Nessuno può escludere a priori il ritorno di una fiammata di contagi da Covid-19 – che infatti, in diverse parti dell’economia globale – si sta manifestando. Di conseguenza, nessuno può calcolare il danno che l’economia dell’area euro e l’economia globale potrebbero soffrire ancora, nel caso in cui si abbattesse una nuova ondata. Perchè dunque ritirare i vari bazooka monetari? A questo ragionamento si oppongono i falchi delle banche centrali e anche banchieri del calibro di Sewing, che temono che le banche centrali abbiano perso il controllo e che stiano sottovalutando la piaga dell’inflazione.

Lagarde tuttavia anche oggi ha tenuto il punto:

“Anche dopo la fine attesa dell’emergenza pandemica, sarà importante che la politica monetaria – inclusa la ricalibrazione appropriata degli acquisti di asset – sostenga la ripresa in tutta l’area euro e il ritorno sostenibile dell’inflazine al nostro target”. Anche perché, a dispetto della liquidità record iniettata nell’area euro, la Bce stima ancora che l’inflazione, nel medio termine, sarà inferiore al 2%.

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