19:08 mercoledì 13 Luglio 2016

Alert petrolio, perdite oltre -4%. Prezzi scontano scorte ancora troppo alte

Accelerazione ribassista per i prezzi del petrolio dopo la pubblicazione dei dati sulle scorte Usa diffusi dall’EIA, l’agenzia di informazione per l’Energia.

Nella settimana terminata l’8 luglio, le scorte di petrolio crude sono scese di 2,5 milioni di barili, meno delle attese, mentre le scorte di distillati sono balzate +4,1 milioni di barili. Le scorte di benzina sono salite inoltre di 1,2 milioni di barili.

Nella serata di ieri l’API (American Petroleum Institute) ha comunicato inoltre un aumento delle scorte di 2,2 milioni. Sia i dati dell’EIA che dell’API deludono il mercato, dal momento che gli analisti intervistati da S&P Global Platts avevano previsto una flessione di ben -3,25 milioni di barili.

Forti ribassi per le quotazioni del petrolio, con il contratto scambiato a New York con scadenza ad agosto che cede -3,68% a $45,08 e il Brent che arretra oltre -4% a $46,51 al barile.

Tra l’altro l’International Energy Agency – Agenzia internazionale dell’Energia – ha reso noto che nel mese di giugno la produzione di petrolio del Medio oriente ha testato un nuovo record, a fronte del calo della produzione in Usa: un segnale di come la strategia dell’Arabia Saudita volta a difendere la propria quota di mercato stia funzionando. Secondo l’Agenzia, il Medio oriente incide ora sulla produzione di petrolio a livello mondiale per il 35%, al massimo dalla fine degli anni ’70.

Sebbene in calo, da segnalare che le quotazioni del petrolio hanno recuperato oltre +70% dal minimo in 12 anni testato a gennaio.

L’IEA -ovvero l’agenzia Usa – ha poi rivisto al rialzo le stime sulla domanda di petrolio a livello globale per quest’anno e il 2017 di 100.000 barili al giorno, parlando di consumi di carburante che resistono in Europa. L’Agenzia ha tuttavia ammesso che l’elevato livello delle scorte “rimane un elemento che zavorra i prezzi del petrolio”. D’altronde, dal suo stesso report emerge che le scorte di petrolio nei paesi avanzati sono balzate al record di sempre, superiore a 3 miliardi di barili nel mese di maggio, mentre il volume del crude presente nelle cisterne navaili ha testato il massimo dal 2009.

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