Primo trimestre a gonfie vele per Netflix. Che tra gennaio e marzo ha aumentato il numero di abbonati più del previsto: a livello globale sono cresciuti a 7,41 milioni contro 6,5 milioni delle attese. Per questa ragione, il titolo del gruppo di contenuti video in streaming è salito nel corso del dopo mercato di Wall Street, aggiungendo oltre il 6%
Nel dettaglio dei conti, nel trimestre che è terminato il 31 marzo, la società ha registrato ricavi per 3,7 miliardi di dollari, contro attese per 3,69 miliardi di dollari e in rialzo del 40,4% rispetto ai 2,63 miliardi di dollari dello stesso periodo di un anno fa. Gli utili netti per azione adjusted sono stati di 67 centesimi ad azione, in linea con le attese.
Infine le previsioni per il trimestre in corso sono state riviste al rialzo: Netflix si attende utili adjusted di 79 centesimi contro un consensus di 65 centesimi e 3,9 miliardi di dollari di ricavi rispetto ad attese di 3,89 miliardi.
Tutto bene quindi? Non proprio, secondo alcuni analisti che puntano il dito contro il cash burn rate sempre più elevato del gruppo. Secondo quanto riferito da Michael Pachter (Wedbush Securities) al sito Business Insider:
“Gli investitori non considerano il fatto che Netflix brucia liquidità a una velocità allarmante”, ha spiegato, aggiungendo che il target price da lui indicato, 110 dollari per azione, ben sotto i 310 dollari intorno ai quali si aggira il titolo al momento.
Pachter stima che Netflix dovrà prendere a prestito altri 2,5 miliardi di dollari quest’anno e 3 miliardi nel 2019, aumentando il proprio debito già in aumento e la crescita negativa del cash flow disponibile.